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Cronaca Facsal / Viale Pubblico Passeggio

Amici del Facsal: «Non serve togliere le panchine, occorrono pene esemplari»

Gli Amici del Facsal intervengono sulla rimozione di alcune panchine sul Pubblico Passeggio: «Questa non è la soluzione. Purtroppo si ha troppo spesso l’impressione che i nostri amministratori vivano in un altro universo, parallelo a quello reale, e quando si vedono arrivare i problemi, sono i primi a rimanerne stupiti»

«Con riferimento alle panchine tolte dall'Amministrazione comunale sul Pubblico Passeggio, vogliamo intanto precisare che il tratto di cui si parla, è quello che va da Piazzale Libertà a Piazzale Roma, e anche quel tratto è infatti Pubblico Passeggio, a differenza del più consueto tratto che da Piazzale Libertà, sormontando le mura, arriva fino a Piazzale Genova, meglio conosciuto come Facsal» Scrive in una nota l'associazione Amici del Facsal.

«Ricordiamo che questa strada era una volta carrabile, ma che fu parzialmente chiusa per realizzare la completa risistemazione della zona, per anni oggetto di abbandono e degrado e "restituirla" ai cittadini. Lavori eseguiti, con un contributo pubblico, regionale e statale, di 9 milioni 500 mila euro, che finanziava la riqualificazione ed il recupero del quartiere Barriera Roma ritenuta, come citava il progetto del Contratto di Quartiere: "Un’area strategica della città, porta d’accesso alla zona storica, alla stazione ferroviaria e all’asse della via Emilia, é prevista la riorganizzazione viaria e dell’arredo urbano dei piazzali Roma e Libertà, la riorganizzazione viaria del piazzale Marconi e della stazione ferroviaria; la realizzazione di una pista ciclabile; il riassetto dell’asse di via Colombo. Sono anche previsti interventi di recupero abitativo di 10 edifici ERP presenti nell’area per un totale di 92 alloggi. E’ previsto anche il recupero di contenitori dismessi nell’area dell’ex –macello con la realizzazione tra l’altro di un campo giochi, di una scuola materna e di un centro di accoglienza".

Domenica 14 febbraio 2010 durante l’inaugurazione ufficiale, il sindaco Roberto Reggi e gli assessori Ignazio Brambati e Sabrina Freda annunciavano che: «Piazzale Libertà si presenta alla città nella sua nuova veste dopo gli importanti lavori di riqualificazione. Una vera e propria riorganizzazione, che dà una maggiore continuità e armonia nel collegamento con il Pubblico Passeggio. Un impegno consistente, che ha permesso di completare l’opera di trasformazione di quest’area avviata con il recupero dell’ex Macello, oggi sede universitaria di grande prestigio, che meritava di essere valorizzata e abbellita ulteriormente grazie alla presenza della piazza antistante, il tutto mirato a promuovere questo spazio e a rendere anche piazzale Libertà, così riqualificata, in misura crescente un luogo di socializzazione».

«Ricapitolando - continua l'associazione - tanti soldi pubblici spesi con l’obiettivo e la promessa, della lotta serrata al degrado, per poi accorgersi, dopo pochi anni, esattamente cinque, che la zona è (nuovamente) degradata e l’unico rimedio che si trova, è quello di eliminare una parte dell’arredo urbano (per il momento le panchine) per ovviare ai guai? Ma nel progetto di riqualificazione dell’intera zona, non si era tenuto conto delle azioni da porre in atto successivamente alle opere edili? Ai certamente non sottopagati progettisti ed amministratori, non era venuto in mente che le opere edili non sarebbero state sufficienti per cambiare il volto del quartiere, ma che andavano poi messe in campo azioni di sostegno alla vivibilità della zona? Ma di che progetto di riqualificazione, a tutto campo, del quartiere stiamo parlando?».

«E' evidente che adesso questo tratto di strada è meno frequentato, come tutti i luoghi dove c'è meno passaggio, e può diventare ritrovo di persone con altri stili di vita rispetto ai nostri. E' anche del tutto ovvio che segare le panchine per rendere la permanenza meno comoda ai disturbatori,  non può essere la soluzione logica. Il Pubblico Passeggio, nella sua interezza, è un viale pedonale lungo un chilometro e mezzo e non possiamo immaginare che, se dovesse diventare problematico, anziché aumentare la vigilanza, i nostri amministratori pensassero bene di segare tutte le panchine lungo il viale» dichiarano. 

«Purtroppo, negli ultimi anni, la città è vittima di degrado, sporcizia ed atti vandalici, la cui soluzione non è certamente semplice, ma  non è rinviando di volta in volta il problema, spostandolo magari da un quartiere all’altro, che si possono ottenere dei risultati. Bisogna intervenire con fermezza e volontà contro questo fenomeno che può solo peggiorare: come abbiamo chiesto più volte, a fronte di danneggiamenti anche gravi al patrimonio pubblico, bisogna aumentare la vigilanza e posizionare telecamere nei luoghi a rischio. Ma non è finita qui, è assolutamente indispensabile punire in maniera esemplare chi danneggia la cosa pubblica, sia per limitare il fenomeno, ma anche per dare un esempio ai giovani che da una bravata, iniziano un gioco che si trasforma in normalità».

E concludono: «Recare danno agli alberi, agli arredi, disturbare la quiete pubblica, delinquere, non può diventare tollerabile ai cittadini perbene che rispettano le regole e che alla fine pagano di tasca loro i danni causati da chi sembra avere l'immunità. Purtroppo si ha troppo spesso l’impressione che i nostri amministratori  vivano in un altro universo, parallelo a quello reale, e quando si vedono arrivare i problemi, sono i primi a rimanerne stupiti. Senza programmazione, senza una realistica visione del domani, senza idee ne progetti, non si va da nessuna parte; speriamo almeno che questa ennesima gaffe  possa servire per svegliare gli animi e richiami al dovere ed al maggiore senso di responsabilità chi ha il compito di amministrare il bene comune».

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