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Cronaca Castel San Giovanni

Annunciò una bomba a scuola per evitare la verifica al figlio, condannato

Un mese di reclusione a un piacentino per procurato allarme. Nell’aprile 2014, una scuola di Castelsangiovanni venne fatta evacuare. La difesa: «Non ci sono prove che sia stato lui, ricorreremo in appello»

Secondo il giudice avrebbe telefonato alla scuola di Castelsangiovanni dicendo che c’era una bomba per evitare il compito in classe al figlio. Scuola che poi era stata fatta evacuare. A.G. è stato condannato, il 1 febbraio, dal giudice Gianandrea Bussi a un mese di reclusione, pena sospesa, con l’accusa di procurato allarme.

Nell’aprile del 2014, la segreteria della scuola ricevette la telefonata che annunciava la presenza di un ordigno. I ragazzi e il personale vennero fatti uscire, mentre venivano avvisati carabinieri. Naturalmente, i militari non trovarono nulla. Partirono, però, le indagini e dal numero del cellulare si arrivò a un piacentino, padre di uno studente dell’istituto. 

Secondo il difensore, l’avvocato Emanuele Solari, esiste solo un indizio e non c’è la prova che a telefonare sia stato l’uomo. Certo, il numero da cui è partita la chiamata era il suo, ma l’uomo, che lavora a Milano, è solito lasciare il proprio smartphone sulla scrivania anche quando si assenta. Nell’ufficio, poi, esistono almeno quattro telefoni fissi. Aspetti confermati da alcuni testimoni. Inoltre, un testimone della scuola aveva riferito che al telefono la voce di chi annunciava la bomba aveva un accento meridionale. Solari ha così chiesto l’assoluzione. Il pm Monica Bubba ha chiesto la condanna del piacentino a un mese, richiesta poi accolta dal giudice. «Leggeremo le motivazioni della sentenza - ha affermato Solari - e poi presenteremo il ricorso in Appello».

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