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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Armi e chili di droga, chiesti 13 anni per un albanese

Il pm Colonna chiede anche la condanna di un piacentino a 3 anni per ricettazione. Nessuno ha raccontato il vero, secondo la procura. Il blitz della Finanza a San Lazzaro nel 2017. La difesa del piacentino: non c’è reato. Il difensore dell’immigrato: inutilizzabili le dichiarazioni dello zio che lo ha denunciato e quelle della Finanza

Pesanti le richieste di pena della procura al processo che vede imputati un albanese e un piacentino. Per Adriatik Merhori, 46 anni, accusato di concorso in detenzione ai fini di spaccio, detenzione di armi e munizioni, ricettazione delle armi, di elettrodomestici e di 800 paia di scarpe (tutti gli oggetti sono risultati rubati), il pm Antonio Colonna ha chiesto la pena di 13 anni di reclusione e la multa di 75mila euro. Armi e droga erano stati trovati dalla Finanza nell’abitazione del fratello Altin, 44 anni, arrestato il 16 febbraio 2017, a San Lazzaro. Per Alessio Boselli, 47 anni (che lavorava nell’azienda di trasporti di Adriatik nella zona della Caorsana), la pubblica accusa ha chiesto la condanna a 3 anni di reclusione e 500 euro di multa. Il piacentino è accusato solo di ricettazione.

Davanti al collegio presieduto da Stefano Brusati, a latere Fiammetta Modica e Sonia Caravelli, è iniziata la discussione. Dopo la Vittorio Antonini Mauro Pontini-2requisitoria del pm, è stata la volta degli avvocati difensori Vittorio Antonini (che assiste Adriatik Merhori insieme con Mauro Pontini, quest’ultimo terrà l’arringa e farà la richiesta fra una settimana quando terminerà il processo) e Annalisa Cervini, che difende Boselli. Per quest’ultimo, Cervini ha chiesto l’assoluzione.

In tre ore, il pm Colonna, ha ripercorso la complessa storia che ha portato al ritrovamento, in un condominio e in un garage di via Sacconi a San Lazzaro, di 2,8 chili di cocaina, di 9,5 di marijuana, di due pistola (una Beretta calibro 7,65 e una Browning 6,35), di 137 cartucce per la 7,65 e di 42 per la 6,35, un caricatore, 5 giubbotti antiproiettile. Le due pistole sono risultate rubate nel 2012 e 2013. Nel magazzino di Adriatik, in via Scrivani, i finanzieri avevano poi trovato 29 elettrodomestici (di cui 23 rubati), 865 paia di scarpe (Dr. Scholl’s) destinate, secondo la procura al macero e che sarebbero state rubate, 87 pneumatici.

A far finire in carcere i fratelli Altin e Merorhi era stato lo zio Moustafà Yhihani, che li aveva denunciati alla Guardia di finanza, dicendo che in quella casa c’erano droga e armi. Per lo zio, il pm Colonna ha chiesto la trasmissione degli atti alla procura perché si indaghi sull’uomo per calunnia verso i finanzieri. Lo zio, sentito al processo, aveva detto che i militari avrebbero commesso un falso su un documento. Altin, nella precedente udienza, aveva detto ai giudici che si trattava di una vendetta dello zio verso Adriatik, perché non gli avrebbe dato 400mila euro, denaro proveniente da un’assicurazione in seguito a un incidente stradale. Lo zio lavorava, all’epoca, per Adriatik come autotrasportatore.

 

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