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Cronaca

Bando del verde, il Tar accoglie il ricorso di Geocart contro il Comune

Verde pubblico, il Tar di Parma ha accolto le istanze di Geocart, la cooperativa piacentina che in passato aveva in gestione l’appalto. Il Comune deve risarcire. Cugini (Pd): «Ennesimo pasticcio, ora devono pagare i cittadini. Vogliamo sapere cosa è successo»

Il Tar di Parma ha accolto le istanze di Geocart, la cooperativa piacentina che in passato aveva in gestione l’appalto per il verde pubblico del comune di Piacenza. Nel giugno 2019 la cooperativa piacentina aveva presentato un ricorso nei confronti del bando di gara che ha assegnato il secondo lotto, quello della parte est, a un consorzio di società riunite intorno a una ditta di Cremona, “Cuore Verde”. Secondo Geocart il Comune aveva predisposto il bando in maniera non corretta, non coinvolgendo nella commissione giudicatrice persone esperte di gestione del verde. La società vincitrice non avrebbe avuto i requisiti per partecipare – è ciò che sosteneva la coop piacentina – e le qualifiche necessarie per occuparsi del verde pubblico. Geocart chiedeva l’annullamento della gara e un risarcimento.

Il ricorso è stato accolto in alcune parti. L’ente – nella persona dell’avvocato Elena Vezzulli, dirigente dell’avvocatura comunale - aveva richiesto il rigetto del ricorso. Il Tar ha sentenziato che la società vincitrice non dispone della sufficiente percentuale di soggetti svantaggiati alle proprie dipendenze. Ne sono stati conteggiati, tra gli addetti, 10 per 47 lavoratori totali. La soglia è del 21%, non raggiungendo così il 30% richiesto dal bando. Inoltre il Tar rileva anche che in seno al raggruppamento Ati in questione non vi erano professionisti dell’Albo gestori ambientali.

Il Tar ha però deciso che il contratto tra il Comune e l’Ati vincitrice deve proseguire fino al termine (era un contratto triennale, dal 2019 al 2021). «Dal momento che – si legge nella sentenza - pur in presenza di una generica domanda di subentro da parte della ricorrente principale, l’interesse della parte che ha richiesto tale subentro deve considerarsi soccombente, anche per l’inerzia processuale dimostrata con la rinuncia alla domanda cautelare, rispetto all’interesse pubblico alla prosecuzione del servizio. Il contratto è inoltre in stato di esecuzione avanzato e il vizio ravvisato dal Collegio comporterebbe comunque, per la stazione appaltante, l’obbligo di rinnovare l’intera gara». Il fatto che non si può rifare l’aggiudicazione comporta così l’ottenimento di un risarcimento da parte di Geocart.

Sempre nella sentenza il Tar rilevano una responsabilità da parte del Comune di Piacenza. «L’amministrazione – si legge nel testo - ha consentito volontariamente o comunque colposamente, tramite una modifica illegittima del bando di gara, che il raggruppamento controinteressato conseguisse un appalto per cui non possedeva, nella sua composizione definitiva, un requisito essenziale di partecipazione. Dal momento che alla procedura in questione, per il lotto di riferimento, hanno partecipato soltanto due concorrenti, l’esclusione del raggruppamento aggiudicatario avrebbe permesso alla ricorrente principale (già gestore uscente), con alto grado di verosimiglianza, di eseguire il servizio messo a bando».

CUGINI (PD): «ENNESIMO PASTICCIO, ORA DEVONO PAGARE I CITTADINI»

«E dunque, tanto tuonò che piovve. Il Tar - è il commento a caldo del consigliere Stefano Cugini a nome del gruppo consiliare del Partito Democratico - ha accolto il ricorso in essere sul bando per la gestione del verde, dichiarando testualmente: “Sotto il profilo della responsabilità della stazione appaltate (il Comune di Piacenza), sussistono sia l’elemento oggettivo che quello soggettivo dell’illecito extracontrattuale, costituito dall’aver illegittimamente precluso alla ricorrente principale l’aggiudicazione della gara. L’amministrazione ha Pd Partito Democratico Piroli Buscarini Cugini Fiazza-2consentito volontariamente o comunque colposamente, tramite una modifica illegittima del bando di gara, che il raggruppamento controinteressato conseguisse un appalto per cui non possedeva, nella sua composizione definitiva, un requisito essenziale di partecipazione”. Parole pesantissime, che lasciano pochi dubbi sul pasticcio che si è venuto a creare nella disgraziata gestione del verde e che tutte le forze di opposizione, unite, hanno evidenziato nei mesi scorsi (non ultima, la nostra interrogazione discussa ieri sul mancato impiego di tre persone appartenenti a categorie protette). A nome del gruppo consigliare del Partito Democratico di Piacenza chiediamo che sia prontamente convocata un’audizione del dirigente responsabile della modifica illegittima, in corso d’opera, del bando di gara. Capire dal diretto interessato cosa lo ha spinto a una scelta tanto sciagurata è il primo passo verso la tutela del pubblico interesse e la trasparenza nei confronti del cittadino. Al contempo, è di tutta evidenza, sul piano politico, lo smacco a un assessore che in questi mesi ha difeso il procedimento, lasciando intendere ai cittadini, gli stessi che ora dovranno pagare il risarcimento, che tutto andava bene. Aspettiamo pure, dalla viva voce del Sindaco, che già si era scusata con i piacentini per la malagestione del verde, un commento sulla vicenda e una parola su cosa intenda fare per rimediare a questa ennesima pessima figura».

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