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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Collasso carceri, il senatore Berselli: «Depenalizzare i reati minori»

Filippo Berselli, senatore pidiellino, presidente della Commissione giustizia del senato, è stato pochi minuti fa in visita al carcere delle Novate. «Le galere sono una sorta di porta girevole, è una situazione paradossale, sono piene e tutti stanno dentro per poco». In Emilia Romagna, in media, ci sono 2 detenuti ogni singolo posto disponibile. E c'è l'allarme finanziario: buco di quasi 9 milioni di euro in bollette non pagate

berselli-a-piacenzaIl carcere delle Novate scoppia. L’equazione è molto semplice: troppi detenuti, pochissimi agenti di polizia penitenziaria. Ci sono circa 400 ospiti forzati: la struttura, secondo le carte, dovrebbe invece supportarne 178. Creando, così, un carico di lavoro estenuante per i secondini.

Il problema, annoso ed endemico, è stato posto questa mattina all’attenzione del senatore Filippo Berselli, presidente della Commissione giustizia del senato. Il politico ferrarese, infatti, sta girando lo Stivale per un’indagine conoscitiva sulla situazione sanitaria delle prigioni italiane. Raccogliendo, soprattutto al Nord, sempre gli stessi dati: troppo carcerati non previsti.

TUTTI IN GALERA, MA PER POCO - Il senatore è stato accompagnato nel tour della casa circondariale dall’onorevole Tommaso Foti (Pdl) e dalla direttrice delle Novate Caterina Zurlo. «Il problema è grave - sottolinea Berselli -. Purtroppo, su 100 detenuti, in Italia, solo 38 hanno una sentenza definitiva. C’è quindi questa situazione paradossale, in cui c’è un enorme turn-over, tutti stanno in galera per poco tempo e poi escono subito. Intasando i posti».

«DEPENALIZZARE I REATI MINORI» - In Emilia Romagna il problema si sente più che altrove. In pratica, il rapporto è di un mezzo: dove è previsto un carcerato, ce ne sono due. La soluzione, quindi, per il presidente della Commissione giustizia è quella di «depenalizzare i reati minori» e perseguire di più «quelli più gravi». L’obiettivo sarà quello di «investire di più nel comparto della giustizia».

LA RIFORMA: PIU' AGENTI, E PIU' LAVORI SOCIALMENTE UTILI - La situazione cupa è stata anche segnalata da Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sapp (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria). «Non si può tenere in prigione persone che usciranno 48 ore dopo - tuona -, ci vuole una profonda riforma. Anche se si costruiranno nuove carceri, tra poco saremo daccapo. Ci vorrebbe l’assunzione di 5mila nuovi agenti, in modo che chi ha commesso reati minori possa scontare la pena con lavori socialmente utili, controllato proprio dagli agenti». Anche a Piacenza, la polizia penitenziaria, chiede almeno «30 unità in più».

3 DETENUTI IN 9 METRI QUADRATI - Alle Novate, ovviamente, non si sta come in un albergo di lusso. Ma, perlomeno ora, il rischio di «brande per terra» è scongiurato. Di 198 celle, solo 33 hanno dovuto adottare una soluzione con tre letti, «messi a castello l’uno sopra l’altro, con una modalità dignitosa», conferma la direttrice Zurlo. Le stanze hanno un’area di 9,25 metri quadri.

UN BUCO DA 9 MILIONI DI EURO - Ma se di carcerati ce ne sono fin troppi, non si può dire la stessa cosa del denaro. Le prigioni emiliane scontano un deficit di quasi 9 milioni di euro. In pratica, si è in debito delle utenze, come acqua, luce, gas: i fondi per le bollette sono misurati per un consumo inferiore della metà. Le previsioni non sono rosee: senza interventi, il debito salirà a 16 milioni entro il 2010. «O ci si muove celermente, o si rischia la catastrofe», afferma sconsolato Durante.

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