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Cronaca

Black out alla centrale di Parma, scontro tra Telecom e Pizzarotti

Ora la Telecom sta pensando di fare causa al sindaco di Parma che ha fortemente criticato l’azienda per la scelta di tenere una centrale di back-up vicino al torrente Baganza. Per diversi giorni anche nel Piacentino la rete Tim non ha funzionato

Un’intervista al quotidiano “La Gazzetta di Parma”, scatena la querelle tra il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e la Telecom. Oggetto della questione, l’esondazione del torrente Baganza che lunedì 13 ottobre ha sommerso la centrale Telecom, provocando enormi disagi anche nel territorio Piacentino. Pizzarotti aveva contestato l’operato della società, evidenziando come fosse impossibile costruire una centrale di back-up in quella zona. 

 «Dopo circa 36 ore di lavoro ininterrotto – spiega l’azienda in una nota - che ha visto impegnati tecnici dell’azienda e dei suoi partner tecnologici, Vigili del fuoco e personale della Protezione Civile, la centrale di Telecom Italia di via Po è tornata verso la piena funzionalità, in modo graduale ma continuo: già dalle ore 22.00 del 14 ottobre è stato completamente ripristinato il traffico di rete fissa sia per quanto riguarda la fonia che i dati, e ancor prima nel pomeriggio era iniziato il ripristino dei collegamenti a larga banda e dei collegamenti mobili 4G e nel corso della notte è tornata completamente in funzione anche la rete mobile 3G. La rete mobile 2G, risultata la più danneggiata, è tornata in funzione il giorno dopo». Questo è stato possibile, secondo i vertici dell’azienda, grazie alle caratteristiche di capacità e ridondanza della rete Telecom, che hanno consentito di reinstradare ed assorbire il traffico di mezza regione verso altri collegamenti e nodi regionali, nonostante apparati e cavi nella sede di Parma Po fossero stati seriamente compromessi». 

«Il risultato è di estrema efficienza - continua la nota -, se si considera che solo per raggiungere la centrale allagata e prosciugare acqua e fango è stato necessario lavorare intensamente, giorno e notte, per 24 ore. Il tutto è avvenuto in una situazione fortemente compromessa, con ponti e strade chiusi che hanno ritardato l’opera dei mezzi di soccorso. Si è lavorato anche di notte, con i gruppi elettrogeni aziendali che hanno supplito all’interruzione dell’energia elettrica del gestore. Anche gli apparati di centrale sono stati alimentati e riavviati grazie ai gruppi elettrogeni dell’azienda, nel perdurare dell’assenza della normale energia elettrica. Alla fine tra personale aziendale e quello delle imprese esterne fornitrici si sono contate oltre 10.000 ore di lavoro». 

Telecom sta pensando di fare causa al sindaco per le sue dichiarazioni. «Non avevamo ricevuto alcun avviso di pre-allerta, circostanza confermata da più enti del territorio. Pizzarotti ci denigra, sino a sfiorare la diffamazione. Le esternazioni del sindaco, del tutto gratuite e non circostanziate, hanno leso ingiustamente la reputazione di Telecom Italia, che come Società quotata in Borsa è tenuta a reagire in ogni sede per la tutela dei propri diritti e interessi».

«Se noi avessimo perso una chiamata, le spalle al muro me le mettevano subito. Telecom ha perso milioni di chiamate, però va bene così, va bene così». A togliersi il sassolino dalla scarpa è stato l'assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, dopo l'alluvione che ha colpito Parma una settimana fa. Il maltempo - si legge in una nota dell’agenzia Dire - si è abbattuto sul Parmense in un momento piuttosto delicato per il servizio d'emergenza. «La centrale del 118 di Parma - ha detto l’assessore - si era appena caricata anche Reggio Emilia». Ciononostante, sottolinea ancora Lusenti, «non abbiamo perso una chiamata, avendo il back-up della centrale di Parma su Bologna».

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