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Cronaca

Ikea, Borotti: «Pretestuose le proteste dei Si Cobas. Ceva chiude»

«Sono degli irresponsabili». Il segretario provinciale della Uil Massimiliano Borotti non usa mezzi termini per definire l’atteggiamento dei Si Cobas

«Sono degli irresponsabili». Il segretario provinciale della Uil Massimiliano Borotti non usa mezzi termini per definire l’atteggiamento dei Si Cobas, che, promuovendo un  nuovo «pretestuoso» blocco dei cancelli davanti allo stabilimento Ikea di Le Mose rischiano di infliggere una nuova ferita al sistema economico locale.

Prima di soffermarsi sulle nuove proteste che coinvolgono la multinazionale svedese dell’arredamento, Borotti ci tiene a riportare l’attenzione sul caso della Ceva di Cortemaggiore, che con il 31 dicembre cesserà le attività di logistica, mentre i due operatori rimasti, per ragioni varie, si trasferiranno in altre province. E’ questo il risultato delle proteste che, ancora una volta, nei mesi scorsi, videro protagonisti i Si Cobas, che, ricorda Borotti, «ci accusarono di fare del terrorismo quando ventilammo il rischio di un trasferimento delle attività». Il risultato, invece, è sotto agli occhi di tutti, con Ceva costretta a disdire gli appalti con il consorzio Cal per il facchinaggio e con il consorzio Cegs per il portierato e con i lavoratori destinati alla cassa integrazione in deroga.

«Speriamo che la storia non si ripeta – commenta Borotti – ma ci preme sottolineare che, già in più di una occasione, abbiamo suggerito di prestare maggiore cautela nei confronti di un importante operatore come Ikea, che, nel rispetto dei contratti, offre lavoro a 500 famiglie piacentine». Anche perché, come sottolinea il segretario dell’organizzazione di via Scalabrini, i Si Cobas, ancora una volta, promuovendo i blocchi, hanno agito in maniera pretestuosa e non premurandosi di raccontare la verità fino in fondo. La nuova protesta, infatti, sarebbe stata organizzata – ancora una volta - per denunciare la sospensione di otto lavoratori soci delle cooperative che operano all’interno di Ikea. «Peccato – spiega Borotti – che i Si Cobas si siano dimenticati di dire che mercoledì scorso gli otto soci siano stati convocati per riprendere il lavoro, ma pare che non si siano presentati, esponendosi così a possibili nuove contestazioni disciplinari previste dal contratto nazionale». Un contratto che, conclude Borotti, il responsabile dei Si Cobas Aldo Milani dimostra di non conoscere quando dice che ci sono lavoratori in cassa integrazione e altri costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno: il monte ore ordinario, infatti, come stabilisce il contratto, si calcola su base mensile (non giornaliera), mentre è bene ricordare che la cassa integrazione, avviata dopo i blocchi che costrinsero Ikea al piano straordinario che comportò lo spostamento di 10mila metri cubi di merce da Piacenza, non è stata mai effettivamente utilizzata.

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