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Cronaca Bobbio

Bobbio ricorda con una targa il generale Giuseppe Bellocchio

Nei primi giorni di settembre la "poderosa macchina organizzativa” che è l'ANA (Associazione Nazionale Alpini), ha portato a Bobbio l’annuale "Festa Granda”. La tradizionale atmosfera cordiale e gioiosa era incominciata almeno una settimana prima con vie e piazze addobbate dagli alpini della sezione di Bobbio che hanno rinvigorito fra i residenti l'amore e la stima per le Penne nere.

Nell’occasione l'Amministrazione comunale e i Gruppi Alpini di Bobbio e Mezzano Scotti, hanno preso l’opportuna iniziativa di scoprire una targa in memoria del Generale di Corpo d'Armata degli Alpini Giuseppe Bellocchio, un ricordo doveroso, per un uomo che ha veramente segnato in positivo la sua vita a Bobbio e dove ha operato. Con orgoglio citerò un tristissimo momento di " vita vissuta" sconosciuta alle cronache: quando nella notte de 7 marzo 1966, avevo 25 anni, il Generale si spense nella sua casa in Via Garibaldi 6; io c'ero, con la fedele Carmela, l'amico storico monarchico Michele Marina e mio papà Gino, suo alpino e amico, il cui bene e la grande stima erano reciproci. Il Generale riposa nella Cappella di famiglia nel cimitero comunale di Bobbio a Cognolo nella fila delle cappelle in alto. Non ha più parenti e anche per questo mi sono permesso di suggerire di deporre almeno nelle ricorrenze legate alla Storia più recente italiana di cui è stato importante protagonista, almeno un cero e un mazzo di fiori.

Ho conosciuto e stretta amicizia con il generale Pier Cesare Orsini, mi considerava un amico, e della sua amicizia ne sono sempre stato molto orgoglioso. Una volta, con molta cautela, chiesi del suo rapporto con Bellocchio, suo Comandante; ci pensò un attimo e guardandomi con un sorriso malizioso rispose: “Bellocchio era un ottimo comandante; con gli ufficiali severissimo, un “truppeur”, molto paterno e amico con la truppa degli alpini. Un misto di affetto, stima e ubbidienza che la truppa gli contraccambiava senza riserva; un omone grande e grosso, ma con il cuore di un bambino. È stato un valoroso soldato. Con orgoglio portava l’inconfondibile cappello degli alpini sormontato da una penna bianca che solo i generali potevano portare.

GEN. GIUSEPPE BELLOCCHIO, nato a Bobbio il 15.2.1889 - deceduto a Bobbio il 7.3.1966. Prese parte alla 1° Guerra Mondiale al comando di gloriosi battaglioni alpini. Dal 1918 all'inizio della 2°Guerra Mondiale fu sempre al comando come Capo di S.M. di Reggimenti Alpini. Durante la 2° Guerra Mondiale fu promosso Generale di Divisione al comando della Zona Militare di Alessandria. Dal Settembre 1943 all'Aprile 1945, durante la Lotta di Liberazione, fu Ufficiale Generale al Comando Generale Corpo Volontari della Libertà e comandante della Piazza Militare di Milano, dove si trovò a collaborare con Parri, Mattei. Pluridecorato: medaglia d’argento, medaglia di bronzo, croce al merito. Per le sue capacità gli furono assegnati incarichi di grande prestigio. Il Re Zog d’Albania gli affidò il compito di ricostruire l’esercito del suo Paese.

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Nella foto il gen.Giuseppe Bellocchio è il terzo in alto da sinistra, con un gruppo di alpini piacentini.

Nella fotografia sono riconoscibili: da sinistra in alto Ottavio Giafusti, Carlo Draghi (Gino), Luigi Troglio e il Gen. Raisoli. In basso da sinistra Giuseppe Manfredi (Pino), Alfredo Ragaglia, Franco Arnica, Francesco Mozzi (Cecchino) e Augusto Malacalza.

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