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Novate, la disperazione dei detenuti: la testimonianza di Terra

Carcere affollato e con problemi strutturali ma non solo. Alcuni detenuti, una trentina di firme, hanno scritto al quotidiano Terra sul “caso Piacenza”. Cattiva gestione del carcere, dicono. L'articolo di Fiorentina Barbieri

Pubblichiamo l'articolo uscito sul quotidiano Terra del 21 gennaio scorso, a firma di Fiorentina Barbieri, sul carcere delle Novate. Un gruppo di detenuti, firmandosi, ha inviato al giornale una lettera per protestare contro la “cattiva gestione”.

L'Osservatorio dell'Associazione Antigone sui diritti dei detenuti ha pubblicato, nel 2009, un rapporto sullo stato della casa circondariale di Piacenza. Nessuna censura sulle telefonate e sulla corrispondenza – regolarmente recapitata – ma condizioni strutturali non ottimali (in alcuni casi manca l'acqua calda) e c’è un’inchiesta della Procura della Repubblica, relativa ad un caso di morte/suicidio avvenuto nel novembre 2009.

A Piacenza il livello di esasperazione dei detenuti sembra evidentemente salire. Dopo la lettera di Salvador, il detenuto spagnolo che da mesi rifiuta la terapia insulinica per protestare contro le condizioni in cui è lasciato, ce n’è giunta un’altra, collettiva, stavolta, con una trentina di firme di detenuti che ci descrivono la cattiva gestione del carcere. Richiamano i fatti di novembre, quando era morto un detenuto tunisino, Isam Khaudri, 27 anni, sposato con un’italiana e con una bambina.

Era stato trovato per terra, dopo aver forse inalato il gas della bomboletta utilizzata per cucinare. I suoi compagni si erano chiesti, e ne avevano chiesto a quelli che ritenevano loro interlocutori privilegiati - le istituzioni preposte, prima di tutto, gli organi di stampa, le associazioni - perché Isam, in cella di isolamento proprio perché qualche giorno prima era stato sorpreso a sniffare il gas, non fosse sorvegliato 24 ore su 24. Il “suicidio”, del resto, potrebbe non essere stato tale, perchè spesso nelle carceri che versano in condizioni di degrado - Piacenza è certo tra queste - chi non è in grado di pagarsi la droga può finire per sniffare gas non per uccidersi ma solo per stordirsi un po’: uno “sballo” per poveri, certo a rischio overdose, come forse è avvenuto per Isam, troppo disperato per dosare correttamente il mix (propano e butano) che andava inalando. E a suo tempo i detenuti ne avevano fatto un esposto-denuncia alla Procura locale per chiarire le modalità di quella morte. Le indagini condotte con una speciale “task force” non sono ancora chiuse.

Chiaro e incisivo, invece, l’antidoto individuato dall’Amministrazione Penitenziaria: per togliersi ogni responsabilità una circolare ai direttori delle carceri suggerisce di far firmare una liberatoria ai detenuti che acquistano bombolette! Senza intervenire sulle cause per cui negli ultimi 10 anni nelle carceri italiane sono morti più di 1.500 detenuti,  oltre 1/3 per suicidio, nel 2009 il picco di 20-30 morti in più degli anni precedenti.

I detenuti che ci scrivono ora riprendono quanto denunziato anche al giornale locale, La Cronaca di Piacenza, dove uno dei sindacati degli agenti si era anche affrettato a bloccare “insinuazioni” sulle responsabilità degli agenti, invitando « ..a smetterla con le accuse ai poliziotti che operano in carcere ».

D’altro canto è evidente che la Direzione voglia scientemente isolare i reparti dei “cattivi”, le sezioni dove sono i detenuti che avevano inviato posta (con le firme) al giornale, impedendo la partecipazione anche a funzioni religiose, infliggendo punizioni che la stessa magistratura di sorveglianza aveva annullato, e - che errore ! - impedendo la visita in quelle sezioni alla delegazione dell’Osservatorio di Antigone.



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