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Cronaca

«Chi tutela i bambini viene anche licenziato», la vicenda dell'asilo Farnesiana a Le Iene

«Tutti vedono, tutti sentono e tutti si tirano indietro, allora la situazione non si risolve mai»: Rosanna De Simone, la dipendente di Coopselios che ha denunciato ai carabinieri i maltrattamenti sui bambini, racconta la sua vicenda a Le Iene

«Quei bambini erano tutti figli miei. Pulivo i tavoli in lacrime», questo e tanto altro ha detto Rosanna De Simone, la dipendente della cooperativa Coopselios che avrebbe, per prima, denunciato la situazione dell’asilo Farnesiana, all'inviata de Le Iene, Veronica Ruggeri, in un servizio andato in onda domenica 22 aprile. La donna dopo una segnalazione interna andata a vuoto, si è rivolta ai carabinieri che hanno avviato le indagini che terminarono con l'arresto di due educatrici (poi rimesse in libertà) per maltrattamenti sui bambini. La donna ha ricevuto una lettera di licenziamento dalla coop, a meno di dodici mesi dall’avvio dell’inchiesta, per questo la popolare trasmissione Mediaset si è occupata del caso, anche andando a cercare risposte alla Coopselios. 

«Ho iniziato nel 2011 a lavorare all'asilo, e mi sono accorta di situazioni non piacevoli. Una volta - racconta a Le Iene - finita l'ora della pappa ho visto un'educatrice spingere un bambino, l'ultimo rimasto, come se fosse un pallone. E l'ho segnalato ma nessuno ha fatto nulla. Se qualche piccolo faceva cadere per sbaglio un bicchiere questo gli veniva dato sulla testa anche dieci volte. Vivevano nel terrore. In un'altro caso un bimbo non voleva colorare e gli è stata spinta la faccia nel piatto dove c'era il colore». Nel servizio è stata fatta ascoltare una registrazione di una riunione interna un anno prima della denuncia e Rosanna dice: «Tutti vedono, tutti sentono e tutti si tirano indietro, allora la situazione non si risolve mai».

A quel punto De Simone si è rivolta ai carabinieri e ha raccontato tutto quello che aveva visto. Dopo è stata trasferita, riferisce il servizio, in una struttura per anziani a quasi un'ora da casa: «Stavo male, mi era venuta la depressione, non dormivo più e alla fine sono finita in ospedale», racconta la donna. E ancora: «Dicono che ho superato i termini della malattia e mi hanno licenziato, ma mi sono ammalata per quello che era successo». «Licenziare una persona che ha denunciato episodi di questo tipo lancia un bruttissimo messaggio perché porta la gente a tacere pur di non perdere il posto di lavoro. Rosanna ha una malattia professionale», ha dichiarato l'avvocato della donna, Sara Soresi.

Di diverso avviso Coopselios: la donna non si è ammalata per il suo lavoro, nei certificati medici che di volta in volta inviava non era specificato. La iena Ruggeri ha cercato di mettersi in contatto con i dirigenti e infine ha intercettato il presidente della coop Giovanni Umberto Calabrese: «La donna ha fatto una serie di assenze giustificate dal lavoro ma non è stata trasferita perché ha denunciato. Se la sginora vuole incontrarmi sono disponibile a parlare, questa è una storia nata male».

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