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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Giorgio Piacentino / Località San Damiano

«Chiudere San Damiano vuol dire un'altra area militare dismessa»

Gli amministratori, convocati dal presidente della Provincia Trespidi, hanno concordato un documento condiviso tra parlamentari, consiglieri regionali, organizzazioni sindacali, sindaci e categorie economiche

Un documento condiviso dall'intero “sistema-Piacenza” da sottoporre al ministero della Difesa per chiedere a gran voce l'annullamento dello spostamento del 50esimo Stormo dalla base di San Damiano alla base di Ghedi (in provincia di Brescia). E' questa la linea scelta  durante l'incontro convocato nel palazzo di via Garibaldi dal presidente della Provincia Massimo Trespidi per fare il punto sulla vicenda che riguarda il possibile “trasloco” del 50esimo Stormo dalla base piacentina.

La richiesta, secondo gli accordi presi, sarà sottoscritta, oltre che dalla Provincia, dal parlamentare piacentino Tommaso Foti (Pdl), dal consigliere regionale Andrea Pollastri (Pdl), dai sindaci Giancarlo Tagliaferri (San Giorgio), Alessandro Ghisoni (Podenzano), Francesco Rolleri (Vigolzone) e Gianni Zanrei (Carpaneto) presenti all'incontro. Ma l'idea è quella di allargare la proposta anche agli altri soggetti invitati al tavolo odierno e assenti (gli altri parlamentari piacentini, l'assessore regionale alla Sicurezza del suolo Paola Gazzolo, gli altri consiglieri regionali), ai sindaci dei comuni che intendono appoggiare l'iniziativa, il Comune capoluogo in particolare, alle organizzazioni sindacali e alle categorie economiche. 

«Il rischio più grande - ha fatto presente il presidente Trespidi – è quello di accrescere il numero delle aree militari dismesse, intoccabili e non fruibili dalla popolazione. Occorre evitare a tutti i costi che questo accada al fine di salvare, prima di tutto, il posto di lavoro alle 800 persone che oggi sono occupate nella base. Perdere un presidio come quello di San Damiano significherebbe indebolire ancora il territorio provinciale, anche per il forte indotto di carattere economico e produttivo che l'aeroporto produce sul territorio».

«Serve – ha aggiunto il deputato Foti, autore di un'interrogazione parlamentare che ha acceso l'attenzione sulla vicenda – un'azione convinta e condivisa. Il polo deve rimanere militare; se l'unica soluzione per una valorizzazione dell'area sarà la dismissione della funzione militare, siamo pronti a valutarla successivamente».

«Ringrazio – ha aggiunto Pollastri – il presidente della Provincia Trespidi per l'incontro di oggi; fare quadrato è la strada da seguire in questo momento». Fronte comune e condiviso anche tra i sindaci dei quattro comuni coinvolti. «La preoccupazione – hanno detto – è altissima. Il territorio piacentino rischia di perdere risorse umane ed economiche straordinarie, per le quali, è giusto ricordarlo, sono stati fatti investimenti ingenti anche negli ultimi anni. E' necessario che tutto il territorio partecipi a questa battaglia».Il tavolo, su decisione del presidente Trespidi, si riaggiornerà in tempi brevissimi per la sottoscrizione del documento, che sarà poi sottoposto all'attenzione del ministro della Difesa in un incontro con i rappresentanti piacentini organizzato dal parlamentare Foti.
(Il tavolo in Provincia)

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