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Cronaca

«Comprate prodotti cinesi», minacce di morte alla Lega: assolto

Imprenditore bergamasco aveva scritto e-mail minatoria alle sedi del Carroccio al nord: la mia segnaletica stradale è a norma non quella asiatica comprata a 5 euro e rivenduta a 160

Aveva minacciato di morte gli amministratori della Lega Nord e anche l’ex leader del carroccio Umberto Bossi, perché la sue segnalazioni stradali luminose non venivano adottate dagli Enti Locali italiani. Questa mattina, 7 febbraio, M. R., 41 anni, è stato assolto dal giudice Italo Ghitti perché il fatto non costituisce reato. E al minimo era stata richiesta di condanna del pm Arturo Iacovacci, il quale dopo aver chiesto di derubricare il reato da minacce aggravate a semplici aveva proposto una multa di 50 euro. Vittoria, invece, per l’avvocato Gianmarco Lupi, difensore dell'imprenditore, il quale aveva sostenuto che non c’era alcun reato e che il proprio assistito doveva essere assolto.

Questa mattina, lo stesso imputato è stato sentito. Ha spiegato che le sue lampade luminose erano a norma, mentre quelle comprate da alcuni Comuni Province erano irregolari. Prodotti di produzione asiatica acquistati a 5 euro e rivenduti a 160 ha sostenuto il 41enne. L’uomo aveva inviato alcune e-mail dai toni “forti” (in effetti c’erano le minacce di morte ma sono state travisate ha affermato) in alcune sedi della Lega nel Nord mettendo in guardia, ha affermato, dalla provenienza di quei prodotti. Era il 2009. Diversi leghisti avvisarono la polizia che rintracciò l’uomo e a Piacenza venne presentata la denuncia. L'imputato ha anche ricordato che alcuni senatori leghisti lo avevano ringraziato e lo avevano invitato ad abbassare i toni.

lupi gian marco-2Dopo la requisitoria del pm, l’avvocato Lupi ha svolto la propria arringa sostenendo che la minaccia di morte era scaturita da un gesto di rabbia – l’uomo aveva investito del denaro – e che non c’era la vera volontà di far male. Insomma, mancava l’elemento principale del reato. Il legale ha chiesto l’assoluzione e il giudice, dopo una breve camera di consiglio, ha emesso la sentenza non ritenendo che il suo gesto fosse un reato.

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