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Cronaca Cortemaggiore / Piazza Patrioti

«Gesù non ci caccerebbe dall'oratorio per come siamo vestite»

In centro a Cortemaggiore la protesta di una decina di ragazzine allontanate dall'oratorio dopo che il parroco Don Luigi Ghidoni le aveva redarguite per i pantaloncini attillati: «Volgiamo un confronto e anche coerenza»

«Corto è bello»; «Non siamo Assisi»; «Ci vogliono col burqa». Sono gli slogan della protesta improvvisata in centro a Cortemaggiore da una ventina di ragazzini che ce l'hanno con il parroco, monsignor Luigi Ghidoni, che qualche giorno fa ha cacciato le ragazze dall'oratorio perché indossavano dei pantaloncini troppo corti e attillati («E' anche una questione di atteggiamento» aveva detto poi il sacerdote spiegando la sua presa di posizione).

Cortemaggiore, protesta contro il parroco ©ilPiacenza

Nel pomeriggio del 3 agosto però alcuni ragazzini si sono dati appuntamento sotto i portici e hanno sfilato per le vie del comune magiostrino. A capitanare la protesta, l'unico genitore presente, il piacentino Sandro Pietralonga, la cui figlia fa parte del gruppo di ragazze che sono state redarguite in oratorio  «Noi oggi manifestiamo innanzitutto per chiedere un dialogo con il parroco - afferma Pietralonga - per confrontarci su questa faccenda. Dovrebbe essere più tollerante nella sua posizione. Siamo tuttavia disposti ad accettare questa regola e il divieto, ma allora chiediamo coerenza anche da parte sua: perché la domenica a messa, ai matrimoni o ai funerali, vediamo gente che va in chiesa con i tacchi a spillo, le minigonne o la scollatura vertiginosa? Perché queste persone non vengono rimproverate?»

Sfilando per le vie centrali di Corte, anche le ragazze - quasi tutte minorenni - prendono la parola mentre reggono fiere un paio di cartelloni contro don Ghidoni. «Il parroco non ci lascia nemmeno finire di parlare - dicono le ragazzine - Ci prende e via: "Qua vestita così non ci entri. Così ci vai in spiaggia" ci rimprovera. Se fosse una chiesa è una cosa diversa, ma dato che quello dell'oratorio alla fine è un bar normalissimo, noi non abbiamo fatto nessun tipo di affronto. Non facciamo nulla di male. E' un ritrovo per ragazzi, giochiamo a carte: stiamo insieme tutti i giorni. Stiamo in compagnia. E' estate, ci sono 40 gradi. Non siamo mica ad Assisi, o dobbiamo portare il burqa?».  E ancora: «Va bene che l'oratorio è casa sua, in un certo senso, e le regole le decide lui; però alla fine è un bar, quindi un luogo pubblico, e indossare un paio di pantaloncini corti non mi sembra sbagliato o contro la chiesa. Se Gesù fosse qui non penso che ci manderebbe via per come siamo vestite»

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