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Cronaca Rottofreno

Crac Mercatone Uno, assolti i sei imputati: «Non fu bancarotta»

Secondo i giudici di Bologna, le operazioni societarie effettuate fino al 2013 non erano mirate a depauperare l'azienda. L'avvocato degli imputati: «Soddisfatti del risultato»

«Il fatto non sussiste». Con questa motivazione sono stati assolti i sei imputati nel processo con il rito abbreviato a Bologna per il crac di Mercatone Uno. Il reato contestato era bancarotta fraudolenta per distrazione. La Procura aveva chiesto condanne fino a 4 anni e 4 mesi per l'ex amministratore Giovanni Beccari, e per Micaela e Susanna Cenni, due delle tre figlie di Romano Cenni, il fondatore di Mercatone Uno, morto nel 2017. Per l'altra figlia Elisabetta era stata chiesta una condanna di 2 anni e 8 mesi. Erano poi state chieste pene di 2 anni per l'ex consigliere Ilaro Ghiselli e di 2 anni, 2 mesi e 20 giorni per Gianluca Valentini, figlio di Luigi, altro fondatore di Mercatone Uno.

Dopo che il Gup Domenico Truppa ha letto il dispositivo della sentenza, alcuni imputati, commossi, hanno abbracciato i difensori. Stando a quanto ricostruito all'epoca dalla Guardia di Finanza, i sei avrebbero attuato, dal 2005 al 2013, diverse operazioni societarie per depauperare l'azienda, arrivando a sottrarre nel tempo 300 milioni di euro alla società.  «Siamo soddisfatti di un risultato che premia le condotte assolutamente legittime e corrette della famiglia Cenni, sia all'epoca dei fatti contestati sia, soprattutto, quando il gruppo entrò in crisi e furono impiegate ingentissime risorse familiari, messe a disposizione della società». Questo il commento dell'avvocato Luca Sirotti, che assieme a Chiara Tebano rappresenta Elisabetta, Susanna e Micaela Cenni, figlie di Romano, e l'ex amministratore Giovanni Beccari, dopo la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste nel processo con rito abbreviato.

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