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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Crudeli e spietati con gli anziani progettavano un sequestro, in manette gang di albanesi

Procura e carabinieri mettono ko tre pericolosi rapinatori autori di colpi in casa, spesso ai danni di anziani. Scoperto il piano per sequestrare un professionista: i suoi beni in cambio dell’incolumità dei figli

Crudeli, «insensibili verso l’aspetto umano delle vittime». Ma anche professionisti del crimine e spietati nell’organizzare rapine in case ai danni di anziani e nel progettare addirittura il rapimento di un professionista il quale avrebbe dovuto dare tutti i suoi beni pena violenza sui figli. E’ il ritratto inquietante di due dei tre albanesi arrestati dai carabinieri lo scorso 17 aprile, dopo aver rapinato un’anziana a Castelnuovo Valtidone. La carriera criminale del terzetto è stata ripercorsa in una conferenza stampa dal procuratore capo Salvatore Cappelleri, dal pm Antonio Colonna, che ha coordinato le complesse indagini del militari dell’Aliquota operativa del Nucleo radiomobile, comandata dal capitano Filippo Lo Franco. E ai carabinieri sono andati i ringraziamenti e gli elogi dei due magistrati. Numerose le prove a loro carico, dal bottino trovato nelle loro case fino al riconoscimento da parte di alcune vittime. «L’attenzione della procura su questi reati – ha affermato Cappelleri – è massima come lo è quella delle Forze dell’ordine. Inoltre, estendiamo le indagini anche al modo in cui vengono reinvestiti i proventi delle rapine, perché spesso servono a finanziare altre imprese criminali».

DUE TRENTENNI SPIETATI La gang di albanesi - due di loro abitava a Piacenza e a San Nicolò – specializzata nei colpi negli appartamenti è stata tramortita dagli investigatori dell’Arma, i quali stanno ancora lavorando su buona parte del bottino rinvenuto nelle abitazioni. Un segnale che i due potrebbero aver colpito ancora a Piacenza o in altre province. In carcere, da quasi un mese ci sono Elton Menaci e Kristal Basha, entrambi 30enni e con numerosi precedenti penali alle spalle per spaccio di droga, rapine e furti. Il terzo è un connazionale di 40 anni, che si accompagnava saltuariamente ai due ritenuti la mente della gang. Sono accusati di due rapine, un furto, un tentato furto e detenzione di armi.

Le vittime venivano scelte con cura, soprattutto anziani o persone con fragilità, e compievano sopralluoghi vicino alle delle future razzie, acquisendo informazioni. In alcuni casi casuali, come le informazioni ottenute da un giardiniere sullo stile di vita di una delle vittime.

Le scorrerie si sono fermate il 17 aprile, quando i carabinieri li hanno arrestati subito dopo un colpo “coraggioso” in casa di una 80enne a Casteluovo: armati di coltello, i tre avevano immobilizzato l’anziana, legandola poi al letto e infine saccheggiando la casa. La fuga, però, si era fermata contro le gazzelle dei carabinieri che stavano accorrendo.

ANZIANO MINACCIATO COL FUCILE Tre settimane prima, i malviventi avevano razziato l’abitazione di un 85enne in via San Marco. L’uomo e la badante erano stati minacciati addirittura con un fucile. I rapinatori si erano calati da un abbaino. Prima avevano compiuto un sopralluogo. In quell’occasione ad agire sarebbero stati i due 30enni: dopo essersi nascosti sul tetto, avevano atteso che i famigliari di un anziano uscissero di casa. Il colpo aveva fruttato oltre 10mila euro, in gioielli e preziosi.

I due trentenni, pochi giorni tra il 4 e 5 aprile, avrebbe agito ancora: prima con un colpo a segno in un’abitazione a Caorso, poi il giorno successivo a Gazzola, sempre ai danni di un’anziana, ma l’allarme li aveva messi in fuga. 

VITTIME DERISE Feroci, ma professionali nel modo di agire, con una pianificazione attenta e studiata. «Dalle intercettazioni emergono più volte commenti privi di qualunque sensibilità verso le vittime, che spesso venivano derise» ha detto Colonna. Come nel caso di un’anziana: i due, intercettati al  telefono, ridevano immaginandosi «la faccia della donna quando la mattina dopo non avrebbe più trovato la sua tv». I tre al telefono avevano un dubbio: compiere solo un furto o entrare in casa e sequestrare la donna.

PROGETTO DI UN SEQUESTRO L’arresto ha permesso di sventare un piano già predisposto per sequestrare un professionista piacentino. L’uomo, studiato e pedinato, sarebbe stato sequestrato all’uscita dal lavoro. Condotto a casa, avrebbe dovuto dare i suoi beni in cambio dell’incolumità dei suoi figli e della famiglia. E qui ritorna l’assenza di scrupoli morali e di assoluta insensibilità verso le vittime.

IL BOTTINO SENZA PROPRIETARI In casa di uno degli albanesi è stata recuperata numerosa refurtiva, che rimane ancora senza proprietario. Spiccano alcune pellicce e una collezione di monete antiche frutto di un colpo nell’aprile 2013 a Castelsangiovanni. I carabinieri hanno diffuso alcune foto di beni rubati e invitano le vittime di furti a recarsi al comando di viale Beverora per un riconoscimento.

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