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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cure palliative a domicilio, in sette mesi assistite 71 persone

Confermato il sostegno della Fondazione al progetto cure palliative. In sette mesi assistite 71 persone a domicilio ed effettuate 120 visite

Sostenere sempre più i pazienti fragili nella fase avanzata della malattia e garantire loro una miglior qualità di vita accanto alla famiglia. Sono questi gli scopi per i quali opera l’équipe Unità operativa Cure palliative e Rete Cure palliative dell’Ausl di Piacenza, attività che è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Ordine dei Medici della Provincia di Piacenza e dal significativo impegno economico della Fondazione di Piacenza e Vigevano confermato anche per 2017, con uno stanziamento di 120.000 euro. Lo ha comunicato il presidente Toscani in conferenza stampa evidenziando che il protocollo firmato in Fondazione sette mesi fa, avviava il progetto con l’impegno di tirarne le somme e verificarne utilità e richiesta “... ebbene, oggi possiamo dire che i numeri ci danno ragione e che questo progetto che va nella direzione di assicurare alle persone più fragili libertà di curarsi a domicilio e dignità di scegliere le mura domestiche come luogo di degenza, non può essere abbandonato".

Alla conferenza stampa sono intervenuti Luca Baldino, direttore generale Ausl Piacenza,  Augusto Pagani, presidente Ordine dei Medici Piacenza, Raffaella Bertè, responsabile Unità operativa Cure palliative e Rete Cure palliative Ausl Pc, Giovanni Calta e i componenti della nuova équipe di Cure palliative domiciliari che comprende un medico palliativista, un infermiere e uno psicologo, per poter garantire un'assistenza che vada al di là della sfera tecnico – sanitaria. È una équipe multiprofessionale che si prende cura dei bisogni espressi e inespressi della persona e dei suoi cari, cercando di mantenere o migliorare la loro dignità e qualità di vita.

A sette mesi dall’avvio del progetto, l’attività ha coinvolto 71 pazienti dei quali 32 dimessi dalla Casa di Iris e dall'Hospice di Borgonovo. Centoventi sono state le visite domiciliari. "Settanta persone in sette mesi – hanno concordato i diversi interventi - possono forse sembrare poche nella logica dei numeri; ma occorre pensare ai bisogni e alle condizioni di questa fascia debole, cui il progetto fornisce le risposte corrette. La casa è il contenitore naturale della vita di una persona, offre maggiori comodità, la vicinanza dei familiari, consente di mantenere i propri ritmi, le proprie abitudini, il contatto con le proprie cose e con le persone ritenute importanti". Al centro del percorso di cura c'è il nucleo paziente famiglia, che manifesta una serie complessa e variabile di bisogni che possono essere soddisfatti da una rete assistenziale che fa capo a hospice, ospedale, ambulatorio e domicilio.

"L'efficacia dell'attività svolta dalla nostra equipe di Cure palliative - ha sottolineato il direttore generale Luca Baldino - è riconosciuta a livello generale: la dottoressa Bertè e il suo staff stanno coordinando un gruppo di lavoro emiliano romagnolo che a maggio dovrà presentare linee guida sui criteri di accesso ai percorsi che diventeranno un riferimento per tutti i professionisti che operano nel settore".

LA SINERGIA CON I MEDICI DI FAMIGLIA

Nel progetto cure palliative i medici di famiglia giocano un ruolo strategico: essi sono gli unici professionisti che hanno come mandato quello di curare a domicilio in modo continuativo i malati con patologie cronico degenerative. Sono quindi in grado di identificare e raccogliere i bisogni di cure palliative nel momento in cui si manifestano. Per questo l'equipe ha già attivato due percorsi formativi. Sabato è in programma inoltre un evento di aggiornamento professionale, finalizzato a dare evidenza di questi mesi di lavoro condiviso al fine di coinvolgere tutta la rete dei medici di famiglia del territorio. 

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