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Cronaca

Dal Governo più di 16 milioni di euro a Piacenza per l'emergenza Coronavirus

Decreto per l’emergenza coronavirus. Tra questi fondi anche i 400 milioni della Protezione civile per aiutare a fare la spesa a chi è in difficoltà

Soldi a disposizione subito dei comuni con l’ultimo Dpcm. A Piacenza la cifra prevista per i nostri comuni è di oltre 16 milioni e 700mila euro. Somme che i comuni piacentini avrebbero comunque avuto a disposizione a maggio. Il denaro a disposizione è frutto di una minore trattenuta agli stessi comuni, trattenuta che ingrossava il Fondo di solidarietà ai Comuni (Fsc, fondi quindi messi a bilancio che si sarebbero dovuti versare a maggio per aiutare chi aveva difficoltà di cassa). Fa parte dei 4,3 miliardi decisi per l’emergenza Covid-19 che sta flagellando l’Italia.

Il Fsc per il 2020 è in totale di 6.199.513.364,88, integrato di 332.031.465 milioni “derivanti dall'ulteriore quota dell'Imu di spettanza dei comuni”: in totale oltre 6,5 miliardi.

I fondi arriveranno ai Comuni «in due rate entro i mesi di maggio e ottobre 2020, di cui la prima pari al 66%, comunque nei limiti della disponibilità di cassa”: cioè i 4,3 miliardi annunciati da Giuseppe Conte sabato sera.

Il Comune di Piacenza ha così in dotazione 5,7 milioni, Fiorenzuola 805mila euro, Castelsangiovanni 669mila, Rivergaro 537mila, a Rottofreno 468mila, Carpaneto 425mila, Borgonovo 412mila, Bobbio 364mila (nella tabella sotto si può vedere l’elenco completo dei Comuni della nostra provincia).

I circa 400 milioni destinati dal Governo per l’acquisto di generi alimentari ai meno abbienti e a chi è difficoltà ha ricevuto sì il plauso dell’Anci (Associazione dei comuni) ma anche le critiche: «Per gli 8mila comuni italiani serve almeno un miliardo» ha detto il vice presidente Roberto Pella. Insomma, il malcontento e l’incertezza serpeggiano tra i sindaci italiani, e non solo tra quelli dei partiti diopposizione.

Ora i sindaci dovranno applicare l’ordinanza della Protezione civile per la distribuzione dei buoni spesa. Naturalmente, sono indicate alcune categorie. Il buono, ad esempio, non potrà essere erogato a chi ha il reddito di cittadinanza, la cassa integrazione, un’attività aperta, pensionati. Si dovranno, poi, considerare eventuali disoccupati in famiglia e se ci sono figli a carico.

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