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Cronaca

«Davanti al tribunale per protestare contro leggi che non proteggono chi serve lo Stato»

L'iniziativa del sindacato di polizia Siap prenderà il via a Piacenza l'11 novembre e proseguirà in tutti i capoluoghi dell'Emilia Romagna

«Le violenze agli uomini e alle donne dello Stato, intenti a garantire la sicurezza ai cittadini sul suolo Italiano, stanno diventando ormai quotidianità, ed è proprio per questo che il Sindacato Italiano Appartenenti Polizia (Siap) organizzerà manifestazioni davanti ai tribunali di tutta l’Emilia Romagna, per concludere a Bologna nel giorno dell’anno giudiziario e iniziando da Piacenza l’11 novembre». LO afferma, in una nota ufficiale, il segretario regionale del Siap Sandro Chiaravalloti.

«Bologna è diventata ormai la terra di nessuno - spiega nella nota - da troppo tempo ci sono persone organizzate che possono fare ciò che vogliono e quando vogliono, aggredendo con fare “fascista”, anche in nome dell’antifascismo, chi indossa una divisa e sta servendo dignitosamente lo Stato Italiano democraticamente». 

«Ma il problema in questa città, come in tante altre - prosegue Chiaravalloti - non è più di ordine e sicurezza pubblica, non è solo un problema del controllo del territorio, non è solo un problema di mezzi e uomini insufficienti, problemi comunque gravi, oggi il problema è  anche, se non soprattutto, la mancanza di nuove leggi e nuovi strumenti necessari per operare e rendere innocui i violenti e delinquenti punendoli severamente e con certezza». 

«Basta con provvedimenti tampone, con invenzioni da circo, con sindaci sceriffo e ordinanze “ad capocchiam” e con idee buone alla politica di facciata e da propaganda elettorale; ci vogliono i fatti, e i fatti si possono concretizzare solo con nuove Leggi che sostituiscano quelle del cosiddetto nuovo codice penale che oramai è obsoleto e buono per la pensione». 

«Mancano leggi serie che puniscano con severità e non consentano patteggiamenti o riti abbreviati a chi usa violenza contro le donne e gli uomini dello stato in divisa impegnati a garantire democraticamente la sicurezza dei cittadini. Mancano strumenti idonei per  poter immobilizzare i violenti  come pistole taser,o per poterli filmare con telecamere su ogni poliziotto a garanzia di tutti, anche dei cittadini. Troppe violenze subiscono i colleghi, ed è ora di dire anche noi la nostra democraticamente, con rispetto e soprattutto manifestando senza caschi o passamontagna, per denunciare l’abbandono dello Stato italiano, non solo attraverso i mancati investimenti, ma anche e soprattutto attraverso l’inerzia nell’affrontare i problemi attraverso riforme giuridiche e organizzative in linea con la L. 121/81».

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