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Cronaca

«Educazione sessuale nelle scuole piacentine: genitori vigilate su chi banalizza la sessualità»

Nota di alcune associazioni piacentine sul progetto regionale "W l'amore", rivolto a ragazzi di 13 - 14 anni, che risulterebbe già approvato dai consigli di classe di alcuni istituti piacentini

«Dopo una prima fase sperimentale, il Servizio Sanitario della Emilia Romagna sta portando anche nelle scuole piacentine il progetto di educazione affettiva e sessuale “W l’amore”, rivolto a ragazzi di 13 – 14 anni, che risulterebbe già approvato dai consigli di classe di alcuni istituti piacentini. Affinché i genitori possano adeguatamente esercitare le prerogative ad essi assegnate dalla legge, si ritiene di dover evidenziare che, nell’ambito della iniziativa, ai ragazzi viene proposta una visione della affettività e della sessualità secondo la quale, tra l’altro, i generi sessuali sono “molti e diversi tra loro”; che “non c’è un modo giusto di essere maschi e femmine e non ci sono caratteristiche esclusivamente femminili o maschili!” e che “esistono piuttosto modi di essere per esprimere te stesso/a”; che l’orientamento sessuale è “eterosessuale”, “omosessuale” o “bisessuale. Nel manualetto, ad uso degli adolescenti, si spiega compiutamente e per immagini l’uso del preservativo (anche aromatizzato per un uso oro-genitale), che si raccomanda come unico mezzo per evitare le infezioni veneree, e, in caso di incidenti, si indica l’uso del Norlevo (discusso farmaco di cui – nel dibattito scientifico - si afferma l’effetto abortivo), come pillola del giorno dopo».

Lo affermano, in un comunicato congiunto, il Forum Famiglie, l'Unione Giuristi Cattolici, il Circolo Voglio La Mamma, S.I.P. – Sentinelle in Piedi e La Manif Pour Tous.

SCARICA IL PDF DEL MANUALE "W L'AMORE"

«Ciò risulta dall’estratto dal predetto manuale. In proposito, le associazioni che sottoscrivono questo comunicato invitano i genitori che non sono d’accordo sui contenuti di tali insegnamenti, che banalizzano la sessualità e promuovono la cultura di genere rivolgendosi ad adolescenti in una delicatissima fase del loro sviluppo, o anche solo sul fatto che sia la scuola a somministrarli, a vigilare ed a prendere ogni opportuna informativa (visionando, anche, il materiale didattico), prima di esprimere il consenso (che la scuola è obbligata a richiedere) alla frequenza dei loro figli a tali corsi, che non è obbligatoria e non può essere imposta».

«Le associazioni firmatarie invitano il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale a vigilare attentamente sulla correttezza delle procedure adottate dalle scuole; nel contempo, mettono a disposizione dei genitori che lo desiderino un modello di comunicazione preventiva da consegnare agli istituti scolastici, e rimangono a disposizione per ogni opportuna ed ulteriore informativa, nonché per fornire il supporto che dovesse occorrere per impedire ogni abusiva elusione del loro diritto dovere di educare i figli, sancito dalle convenzioni internazionali (p. es. l’art. 26, comma 3, della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo) e dall’art. 30 della Costituzione».

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