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Cronaca

Festa delle forze armate, Dosi: «Profonda gratitudine ai militari italiani impegnati nelle Missioni di pace»

Dosi: «Il mio pensiero, in questa circostanza, va ancora una volta a Daniele Paladini, vittima nel 2007 di un vile attentato mentre era impegnato in un'importante opera di ricostruzione con il II Reggimento del Genio Pontieri. A lui il ricordo e il commosso omaggio della nostra comunità»

Anche nella nostra città è stato celebrato questa mattina il IV Novembre, Festa delle Forze armate, giornata dell'Unità Nazionale e 95° anniversario della fine del primo conflitto mondiale. In piazza Cavalli si è svolta la cerimonia con alcuni reparti schierati. La mattinata era cominciata con la messa in San Francesco, a ricordo di tutti i caduti delle guerre.

Festa delle Forze Armate ©ilPiacenza

Festa delle Forze Armate ©Salvatori/IlPiacenza

Presenti le principali autorità, a partire dal prefetto Antonino Puglisi. Dopo aver letto il messaggio del capo dello Stato, sono seguiti discorsi del presidente della Provincia, Massimo Trespidi, del sindaco Paolo Dosi e del colonnello Claudio Totteri, direttore del Polo di mantenimento e comandate del presidio di Piacenza. Senza sbavature l'organizzazione del direttore della cerimonia, il maggiore Giovanni La Porta.

Scarsa l'affluenza di pubblico dovuta soprattutto al giorno di lunedì che, tra l'altro, arrivava dopo un ponte di quattro giorni. Alcune scolaresche, però, erano presenti insieme a poche decine di piacentini.

Riportiamo integralmente il discorso del sindaco Paolo Dosi:

La ricorrenza del 4 novembre celebra la vittoria nella Grande Guerra del 1915-1918 ma rappresenta, oggi, soprattutto un’occasione per onorare la storia e il ruolo attuale delle Forze Armate italiane.

Onorare la festa del 4 novembre significa, innanzitutto, celebrare il coraggio e la dedizione del nostro Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dell’Arma dei Carabinieri, rendendo il doveroso tributo ai tanti che hanno pagato con la propria vita per costruire la democrazia e la libertà.

Festeggiando il 4 novembre riaffermiamo i valori alti e nobili che sono alla base di un’Italia e di un’Europa unite e democratiche che ogni giorno tanti militari continuano a difendere anche oltre i confini nazionali ed europei: la libertà, i diritti dell’uomo, la democrazia, la pacifica convivenza tra popoli e nazioni.

Ricordando il 4 Novembre non intendiamo esaltare l’Italia in guerra o l’idea stessa della guerra. Non potrà mai essere così perché la nostra Costituzione, che continua a rappresentare punto di riferimento imprescindibile per il nostro pensare ed il nostro agire quotidiano, afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ed è la stessa Costituzione che ci richiama ad impegnarci per “un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni” e ci ricorda che “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.

Celebrando il 4 Novembre noi festeggiamo le nostre Forze Armate quale fondamentale strumento di difesa della Patria e della pace.

Quasi un secolo fa si concludeva vittoriosamente per le nostre armi il lungo e sanguinoso primo conflitto mondiale. I soldati italiani, spesso in condizioni di inferiorità, combatterono con onore e con valore quel conflitto. Purtroppo quella non fu, come qualcuno la definì, la guerra che doveva "mettere fine a tutte le guerre". L’Italia era destinata a subire, dopo lunghi anni di dittatura, un’altra guerra, ancor più tragica e dolorosa. La nostra Costituzione e l’inizio del processo di costruzione dell’Europa furono ispirati da quanti avevano ancora negli occhi le scene terrificanti di quella guerra e nel cuore il patriottismo e il senso di sacrificio dei combattenti. Avevamo tutti pensato che i giovani del terzo millennio non avrebbero più dovuto misurarsi con la guerra. Purtroppo le cose non sono andate così. Nuovi conflitti hanno interrogato dolorosamente la coscienza del nostro agire e altri nostri giovani, nel prestare la loro opera di solidarietà e di pace nel mondo, hanno versato un tributo di sangue alla lotta per l’affermazione della pace e dei diritti umani in Kosovo e nei Balcani, in Libano, nel Corno d’Africa, in Afghanistan e in diverse altre zone del mondo.

Il mio pensiero, in questa circostanza, va ancora una volta a Daniele Paladini, vittima nel 2007 di un vile attentato mentre era impegnato in un’importante opera di ricostruzione con il II Reggimento del Genio Pontieri. A lui il ricordo e il commosso omaggio della nostra comunità.

Inoltre esprimo un sentimento di partecipazione e di profonda gratitudine agli oltre 9mila militari italiani impegnati nelle Missioni di Pace, che non esitano a rischiare la vita per un ideale, per portare aiuto e sostegno alle popolazioni colpite dalla guerra, per costruire la libertà, giustizia e legalità là, dove i diritti umani sono sistematicamente calpestati.

Le Forze Armate, oltre che ad essere impegnate all’estero in delicate operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, costituiscono un presidio della democrazia e delle istituzioni nel nostro Paese. Ed è in questo senso importante cogliere e sottolineare anche il modo nuovo con il quale esse interpretano il loro importante e delicato ruolo nel nostro Paese. Mi riferisco, in particolare, all’intensa e preziosa attività che viene svolta sui territori, ed anche nel nostro, per difendere e tutelare la popolazione e per garantire legalità e sicurezza.

Tante volte, e in più occasioni, come con l’intervento in soccorso alle persone colpite dal recente terremoto in Emilia e, ancora prima, in Abruzzo, con i contingenti inviati nella Liguria flagellata dal maltempo, e in altre tragiche circostanze, le nostre Forze Armate si sono confermate una risorsa fondamentale in campo a disposizione di tutta la comunità colpita da calamità e da lutti.

Piacenza storicamente ha con i militari un rapporto di grande e proficua collaborazione: penso ad esempio al giorno in cui l’Amministrazione comunale conferì la cittadinanza onoraria al II Reggimento del Genio Pontieri per la preziosa e imprescindibile opera svolta sia in Italia che all’estero, ma anche durante le tragiche alluvioni degli ultimi anni.

Colgo dunque l’occasione – esprimendo, sono certo, i sentimenti della nostra comunità – per rinnovare agli esponenti delle Forze Armate la più sentita riconoscenza per l’impegno che esse profondono sia nell’attività quotidiana che nelle tante situazioni di emergenza. In questa celebrazione, il cui significato essenziale è racchiuso e sublimato dall’accostamento con la Festa dell’Unità Nazionale, rendiamo dunque onore all’Esercito, alla Marina, all’Aeronautica e all’Arma dei Carabinieri, ribadendo la fiducia, la gratitudine e l’affetto di tutti i piacentini.

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