«Fissati dei paletti in via Sant’Eufemia: perché solo lì?»
Riceviamo e pubblichiamo la “polemica” segnalazione di un lettore, che sottolinea una stranezza in via Sant’Eufemia. «Quanto sono brutti – ci scrive Mario F. - i paletti fissati in via Sant’Eufemia a Piacenza! Non capisco proprio perché siano stati fissati sulla strada dei paletti per agevolare l’entrata e l’uscita dal cortile di un palazzo privato. Mentre i segnali fissati verso piazza Borgo sono comprensibili (evitano la sosta selvaggia in un tratto molto preso di mira da questo fenomeno), quelli fissati davanti al palazzo sono assurdi, stonano e sono pure troppo in mezzo alla strada. Sicuramente chi frequenta il palazzo sarà contento e non si troverà auto parcheggiate in mezzo alle scatole. Voglio però ricordare una cosa all’Amministrazione: non è il solo palazzo piacentino che necessita di un aiuto per far rispettare le regole agli automobilisti. L’assessore alla viabilità Mancioppi, invece che proseguire la sua opera di annunci che tanto ricorda quella del suo infausto predecessore Cisini (l’annuncite va di moda, si vede, in quell’assessorato) dovrebbe prestare maggiore attenzione (o strigliare i suoi tecnici). Non so quanti palazzi in città abbiano lo stesso problema: intende forse posizionare paletti a tutti i palazzi di Piacenza che subiscono questo problema? Non capisco perché siano stati installati i paletti proprio in questa via, davanti all’ingresso-uscita di questo palazzo. Forse, guardando agli “abitanti” di questo palazzo, qualcosa si può comprendere meglio. Noto infatti che lo studio privato di un importante esponente del centrodestra piacentino (quel centrodestra che ha trionfato alle elezioni di giugno) è ubicato qui. E qui cadono le braccia. Speriamo davvero che l’Amministrazione non sia corsa incontro all’esigenza del suo esponente ma l’abbia fatto senza volere. Pensavo che certi scivoloni tipici delle Amministrazioni di centrosinistra (parigine, biscotti, paletti ovunque) non sarebbero stati ripetuti. Sarebbe molto grave scoprire che è stato accontentato uno degli inquilini del palazzo solo perché è “uno dei loro”».