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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Pendolari e Legambiente: «Abbiamo visto un mare di biciclette alla stazione di...Parma»

L'associazione dei Pendolari di Piacenza e Legambiente vogliono sottolineare le differenze tra la stazione delle ferrovie di Parma e quella di Piacenza. Fittavolini e Chiappa: «Perché a Piacenza non permettiamo le rastrelliere?»

«Da qualche settimana – raccontano in una nota Ettore Fittavolini dell’associazione Pendolari Piacenza e Laura Chiappa di Legambiente - davanti all'ingresso della nuovissima stazione di Parma, fa bella mostra di sè una rastrelliera per un centinaio di biciclette, oltre ad un’altra decina posizionate intorno alle rampe di ingresso. Un mare di biciclette, in nome della mobilità sostenibile ed a favore dei pendolari, mentre a Piacenza, in nome di un misterioso senso del decoro urbano, è ancora applicato l'incredibile divieto di parcheggio delle biciclette in piazzale Marconi che penalizza gravemente i pendolari Piacentini e disincentiva di fatto la mobilità sostenibile in città. Due pesi e due misure davvero difficili da digerire per chi, come noi, da anni a Piacenza sta battendo per avere quello che nelle altre città è ordinaria amministrazione: una  stazione  moderna, dove sia possibile parcheggiare le proprie biciclette in comode rastrelliere pubbliche e non a pagamento, veramente vicine alla stazione, messe a disposizione da una Amministrazione che stia al fianco dei suoi pendolari incentivando davvero la mobilità su due ruote e su ferro, invece di ostacolarla con sequestri e ordinanze di divieto (uniche in Italia). A Parma lo hanno fatto. Hanno deciso che le biciclette non deturpano il decoro della stazione, hanno superato il vincolo della Soprintendenza e soprattutto hanno dato una scelta ai pendolari tra il parcheggio incustodito gratuito e quello custodito a pagamento. Perchè a Piacenza no?».


«Le rastrelliere – continuano Ettore Fittavolini e Laura Chiappa -  per le bici in piazzale Marconi ci sono sempre state. Sono state rimosse al tempo dei lavori per il rifacimento del piazzale con la promessa di essere riposizionate, ma non sono state ricollocate a causa della decisione di affidare ad una cooperativa la gestione del deposito biciclette, che da pubblico e gratuito è diventato privato ed a pagamento, con l'aggiunta di 40 posti auto da gratuiti a pagamento, sempre in regalo alla cooperativa. L'ordinanza di divieto di parcheggio delle biciclette è stata la ciliegina sulla torta di questo sopruso ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: un fregatura economica e sostanziale ai danni dei pendolari, di cui invece beneficia la cooperativa, ed una mobilità su due ruote assolutamente disincentivata. Sono poi assolutamente inaccettabili le scuse a giustificazione del divieto, quali il decoro della piazza ed il vincolo della Sovraintendenza. Se le biciclette deturpano il decoro urbano della Stazione allora che dire del parcheggio selvaggio delle autovetture piazzate ovunque, di ostacolo continuo allo scorrere della viabilità e soprattutto dei mezzi pubblici e taxi e lo stato di abbandono dei parcheggi dei pendolari?».

«Se il vincolo della Sovraintendenza impedisce la collocazione delle rastrelliere, come mai è improvvisamente sparito quando si è trattato di posizionare le biciclette verdi del bike-sharing proprio davanti all'ingresso della stazione? Se a questo aggiungiamo la disastrosa situazione delle ciclabili cittadine non protette, diventate per tutto l'arco della giornata comodi parcheggi di autovetture e la totale e ingiustificabile assenza della Polizia Municipale incapace di porre rimedio al caos dei parcheggi selvaggi ed al normale rispetto del codice della strada, risulta evidente che a Piacenza la mobilità sostenibile si cita nei convegni e nei piani, ma non diventa purtroppo realtà.
Eppure basterebbe poco per potere dare un segno di mobilità (sostenibile) rispetto all’immobilismo che registriamo nei fatti. Basterebbe, ad esempio, posizionare parigine o protezioni nel tratto Barriera Genova-Stradone Farnese verso Corso Vittorio Emanuele per eliminare il problema e mettere in sicurezza i ciclisti e pedoni e nel contempo eliminare il vezzo tutto piacentino di coloro i quali pretendono di entrare in macchina nei bar della zona per bersi un caffè.
Trovare analoga od opportuna soluzione per lo Stradone Farnese, far rispettare i divieti di parcheggio in via Venturini o Piazza cavalli e risolvere definitivamente il problema delle strade, via Genova in primis, ove vige la pericolosa commistione sui marciapiedi tra pedoni e ciclisti.
C’è bisogno di più aree pedonali dove correttamente pretendere che le biciclette siano condotte a mano (in via XX settembre il divieto è una barzelletta) più aree 30, ed un sistema di ciclabili messe in sicurezza, totalmente collegate tra loro. In soldoni, occorre da una parte fare rispettare a suon di sanzioni con una presenza costante delle forze dell’ordine il codice della strada (ne guadagnerebbero le finanze del comune), ed adoperarsi nei fatti perché la città sia veramente a misura di mobilità sostenibile, a cominciare da Piazzale Marconi, la porta di ingresso ed uscita della città. La proposta è ancora una volta quella di togliere il divieto e rimettere le rastrelliere. Un mare di biciclette davanti alla stazione lo vogliamo vedere anche a Piacenza, chiediamo troppo?».


 


 

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