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Cronaca

Foggia, truffa all'Inps: in manette 24 persone. Un arresto a Piacenza

C'è anche un uomo residente a Piacenza tra gli arrestati nell'ambito dell'operazione scattata all'alba del 9 marzo

I militari del Comando Provinciale di Foggia, all’esito di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, hanno individuato e disarticolato una radicata organizzazione criminale dedita alle frodi ai danni dello Stato ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini – connotate da attività investigative classiche unite ai più moderni strumenti tecnici (intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche) - hanno permesso di acquisire fondati elementi di prova relativi ad un sodalizio criminale, con base nella provincia di Foggia, composto da 7 professionisti, 4 pubblici dipendenti, 2 dipendenti dell’I.N.P.S., uno del Centro per l’impiego e uno degli Ospedali Riuniti di Foggia. Tra questi anche un uomo di origine foggiana ma residente a Piacenza: è stato arrestato all'alba del 9 marzo dalle fiamme gialle piacentine nella sua abitazione.

I NOMI DEI 24 ARRESTATI

In più 15 prestanome cui sono state intestate 32 società “fantasma” attive nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e dei servizi e 23 “reclutatori” di falsi dipendenti, che simulava l’assunzione di numerosissimi dipendenti (per lo più con mansioni di operai), creando in tal modo i presupposti perché questi ultimi (italiani e stranieri) conseguissero indebite percezioni di indennità di natura assistenziale (disoccupazione, malattia e maternità) erogate dall’I.N.P.S. (1.372 i beneficiari individuati), la regolarizzazione della posizione di immigrati clandestini con rilascio di permessi di soggiorno ai sensi del D.Lgs. 109/2012 (157 i beneficiari accertati); il rinnovo di permessi di soggiorno, ove già presenti sul territorio nazionale.

In particolare, l’organizzazione per perseguire le proprie finalità illecite, si è avvalsa di una “componente tecnica” che ha provveduto al reperimento di imprese inattive, ovvero in fase di liquidazione, poi intestate ad affiliati dell’organizzazione o, in alcuni casi, con la promessa di un posto di lavoro, a soggetti in forte difficoltà economica. Dopo aver attribuito alle stesse una parvenza di regolarità contabile, l’organizzazione procedeva all’assunzione di “falsi dipendenti” compiacenti, interessati ad ottenere le citate indennità di natura assistenziale e/o la regolarizzazione della presenza nel territorio italiano qualora extracomunitari non in regola.

Oltre a ciò, i “tecnici” dell’organizzazione procedevano a perfezionare l’assunzione, in via telematica, di falsi dipendenti presso ditte e società – del tutto estranee alle indagini – di cui erano consulenti fiscali/del lavoro, all’insaputa dei relativi titolari e/o rappresentanti legali, impiegando illecitamente le credenziali di accesso rilasciate dall’I.N.P.S. e dal Centro per l’impiego della Provincia di Foggia; il rilascio di certificati medici falsi, al solo fine di attestare la presenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari prima del 31/12/2011, creando in tal modo i presupposti per l’accesso alla procedura di “emersione” prevista dal D.L. 109/2012.

Intorno a questi studi professionali ha operato un folto gruppo di “reclutatori” che ha provveduto a selezionare, con estrema riservatezza, i soggetti interessati a conseguire i vantaggi illeciti offerti dall’organizzazione. Per ottenere tali benefici l’organizzazione aveva creato un vero e proprio tariffario: 200 euro per l’assunzione e il 20-25% delle indennità percepite; 5.000 euro per la regolarizzazione degli immigrati.

In sintesi, l’attività investigativa ha consentito di denunciare alla competente A.G. 49 persone (nei ruoli di “consulenti tecnici”, “prestanome” per l’intestazione delle società fantasma e di “reclutatori” dei falsi operai) ritenute integranti un sodalizio criminale responsabile principalmente dei reati di associazione per delinquere finalizzata all’illecito conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 416, commi 1, 2 e 5 e 640 bis c.p.) ed alla violazione delle prescrizioni fissate dal D.Lgs. 286/98 “Testo Unico sull’Immigrazione”; accertare una frode in danno dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale pari a circa 4 milioni di euro; all’INPS di cancellare le false giornate lavorative per le quali – in base al principio dell'”automaticità delle prestazioni previdenziali” - lo Stato avrebbe dovuto versare all’istituto di previdenza 3,7 milioni di euro; individuare oltre 1.372 falsi dipendenti.

A fondamento della richiesta di applicazione delle misure cautelari, è stato rilevato anche che alcuni degli indagati - gravati da misure di prevenzione personali emanate in applicazione della normativa antimafia (sorveglianza speciale di pubblica sicurezza) - per intralciare le indagini, avevano adottato in danno di ispettori dell’I.N.P.S. incaricati della esecuzione di controlli di aziende riferibili ad alcuni degli indagati, tecniche di intimidazione tipiche delle organizzazioni criminali.

Nei confronti degli indagati è stata disposta l’esecuzione di accertamenti patrimoniali finalizzati alla individuazione di beni e disponibilità finanziarie da sottoporre a sequestro preventivo. Il G.I.P. del Tribunale di Foggia, in accoglimento della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Foggia ha disposto nei confronti degli indagati l’applicazione delle seguenti misure nei confronti dei componenti l’associazione a delinquere: 7 provvedimenti di custodia cautelare in carcere; 17 provvedimenti di custodia cautelare agli arresti domiciliari; il sequestro preventivo, per equivalente, di beni/utilità fino alla concorrenza di 4 milioni di euro.

Con questa indagine la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Foggia hanno posto sotto lente un fenomeno criminoso “complesso”, sviluppatosi fortemente su questo territorio anche a causa della crisi economica, che ha visto coinvolti, accanto a delinquenti comuni, professionisti, imprenditori e pubblici dipendenti infedeli. Il contrasto alle frodi nei settori della previdenza, attività di primario interesse per la Guardia di Finanza, è finalizzato a garantire che le risorse pubbliche siano effettivamente destinate al sostegno delle fasce più deboli della collettività, assicurando la crescita produttiva ed occupazionale.

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