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Cronaca Vigolzone

Grazzano Visconti, un “fantasma” si aggira nel museo della tortura

Epas, istituto di ricerca dei fenomeni paranormali, ha portato avanti alcune analisi: la presenza di un fantasma spiegherebbe alcune anomalie registrate all’interno della struttura

Un fantasma si aggirerebbe nel palazzo di Grazzano Visconti che ospita il Museo Internazionale delle Torture. Per il paese turistico della Valnure non sarebbe il primo: già risiedono in paese da centinaia di anni i fantasmi di Aloisa e di un vecchietto. Ora gli abitanti e turisti di Grazzano sanno di avere a che fare con un altro abitante in più. «Sono echi del passato, tracce residuali di energia, ombre anomale»: così Epas (l’istituto di ricerca dei fenomeni paranormali) definisce il presunto fantasma a presidio del museo.

Il tema è stato affrontato durante la conferenza stampa multiculturale che si è tenuta presso lo I.A.T. del borgo valnurese nei giorni scorsi. Hanno partecipato all’evento l’associazione che gestisce il Museo Internazionale delle Torture, il Cineclub Cattivelli di Piacenza, il direttivo internazionale dell'associazione E.P.A.S. e la sezione piacentina, oltre a diversi altri collaboratori. Nel corso della serata sono stati trattati diversi argomenti di interesse scientifico, storico e culturale e presentati diversi progetti di prossima realizzazione.

Secondo i relatori, all'interno del museo delle torture sono avvenuti diversi episodi di distorsione del campo magnetico. «Alcuni spiegabili altri no – spiega Marcello Chichinato di Epas Piacenza -, abbiamo riscontrato dalle analisi audiometriche e ambientali (diversi suoni e voci interessanti sono emerse dopo la pulizia della traccia audio, eliminando i disturbi di frequenza) riconducibili ad echi del passato, ossia il cosiddetto fenomeno delle voci elettroniche E.V.P. A questo si sono aggiunti diversi scompensi nelle batterie delle strumentazioni che, nonostante fossero nuove e a piena carica, si sono esaurite in men che non si dica. Altra anomalie – prosegue il presidente di Epas Piacenza - sono capitate quando due del nostro gruppo non si sono sentiti bene: la stranezza è nella tempistica e nei sintomi praticamente identici (spossatezza, affaticamento, mal di testa, perdita dell'equilibrio e senso di nausea percependo un odore olfattivo simile all'incenso). La stranezza delle tempistiche risiede nel fatto che, come si è sentito bene uno, l'altro è stato male. E dopo pochi minuti si sono ripresi».

I posti individuati dove si sono verificati i picchi anomali di maggiore intensità sono l'altarino dell'inquisitore e la sala delle maschere dell'infamia. «Nella sala delle maschere è stata immortalata da uno scatto fotografico dei nostri operatori un'ombra anomala (prima di esibire la fotografia alla conferenza è stata attentamente studiata, filtrata e scansionata anche grazie all'ausilio di uno studio di analisi fotografiche di Roma). Con lo spettrofotometro sono riusciti a determinare che non si tratta né di un fake fotografico montato ad arte, né una macchia o una traccia di unto o sporco o un ostacolo posto sia all'interno che all'esterno dell'obbiettivo. Sarebbe effettivamente un qualcosa fra il materiale ed immateriale non spiegabile razionalmente». E così il museo delle torture avrebbe un suo "custode" speciale. 

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