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Cronaca

Ha perseguitato la moglie per dodici anni, il pm chiede un anno e quattro mesi

Un anno e 4 mesi per un uomo che, per 12 anni, avrebbe minacciato e insultato la donna. La difesa chiede l’assoluzione per tutti i reati, mentre il pm ha riconosciuto soltanto lo stalking, ma non la violenza sessuale e i maltrattamenti

I rapporti si erano incrinati e per lei la vita era diventata un inferno. Condanna a un anno e 4 mesi, secondo la pubblica accusa, per lo stalking verso la moglie e assoluzione per gli altri due reati: violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Assoluzione, invece, per tutti e tre i reati, secondo la difesa. Sono le richieste avanzate dal pm Ornella Chicca e dall’avvocato Massimo Brigati, al termine del processo che vede imputato un uomo di 47 anni, nei confronti della moglie 40 originaria della Repubblica Ceca. Secondo la donna, i maltrattamenti, le ingiurie e le minacce sarebbero andate avanti dal 2003 al 2015 e sarebbero avvenuti fra un paese della Valluretta e la città. Dodici anni di una vita fatta di sopraffazioni, continuate anche quando i due si erano separati nel 2015. Le richieste sono state fatte davanti al collegio dei giudici presieduto da Gianandrea Bussi, a latere Laura Pietrasanta e Ivan Borasi.

Secondo l’accusa, però, l’uomo sarebbe responsabile soltanto dello stalking perché l’avrebbe perseguitata pedinandola e telefonandole molte volte, facendola vivere così in uno stato di agitazione, provocandole agitazione insonnia tanto da dover ricorrere a una terapia con l’assunzione di antidepressivi. In aula sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui un medico e i familiari e il quadro che ne è uscito, ha sostenuto Brigati, era quello di una lite familiare con screzi fra i coniugi senza, però, che avvenissero maltrattamenti. Insulti sì ce n’erano e anche minacce di non dare i soldi perla loro figlia piccola. Secondo la difesa, inoltre, la donna avrebbe avuto una forte gelosia nei confronti della prima figlia dell’uomo. Per il pm Chicca, invece, l’uomo avrebbe perseguitato in più occasioni la moglie, perseguitandola con pedinamenti, telefonate e anche facendosi vedere all’uscita della scuola della figlia, provocandole uno stato di ansia consistente. Inoltre, le avrebbe anche detto di volersi separare e che l’avrebbe rovinata facendole portare via la figlia dagli avvocati. Non ci sarebbero stati però né la violenza sessuale (la donna aveva riferito di essere stata spinta contro un muro di casa e abusata) né i maltrattamenti. I due poi si separarono, lei andò a vivere con i genitori in città, e ora si stanno completando le pratiche per il divorzio. La sentenza è attesa per agosto.

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