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Cronaca Pontenure

«Ho sempre difeso i miei figli, ecco perché sono qui»

Processo omicidio Pierini, parla Maria Grazia Guidoni, accusata dell’omicidio della madre. In aula le drammatiche testimonianze dei due figlia della donna: nemmeno uno sguardo. I due ragazzi: «Gino ci disse come era morta la nonna. Ma la mamma ci spiegò che a uccidere Giuseppina era stato Gino»

«Ho sempre difeso i miei figli da tutto e da tutti ed è per questo che oggi mi trovo qui. Mi dispiace che i miei figli siano costretti a rivivere questi avvenimenti». E’ la dichiarazione spontanea di Maria Grazia Guidoni rilasciata al processo che la vede come imputata di omicidio, con la terribile accusa di aver ucciso, con premeditazione, la madre. Della stessa accusa deve rispondere anche il figlio di Guidoni, Gino Laurini che, però, ha scelto il rito abbreviato e quindi non è in aula.

La dichiarazione alla Corte di assise è stato un momento vissuto con emozione da Maria Grazia Guidoni. E che getta qualche dubbio sulla reale responsabilità dell’omicidio, quando dice che lei è in carcere per aver sempre difeso i figli. Ma non è stato questo l’unico momento toccante. Davanti al presidente Italo Ghitti, al giudice Luca Milani e ai giudici popolari, hanno rievocato quei terribili momenti dell’inverno 2015, dopo il ritrovamento in novembre - dopo la confessione del figlio Gino Laurini - delle ossa della nonna Giuseppina Pierini (all’epoca 63enne) due dei figli di Guidoni: Benito Bacci (figlio del secondo marito) e Yuri Laurini (figlio del primo coniuge). Oltre ai due figli, sono state ascoltate le testimonianze di un amico dei ragazzi, del fratello di Maria Grazia Guidoni, del medico di famiglia in Toscana (a Massa Marittima dove viveva la famiglia Guidoni fino all’estate 2011), dell’amministratore di sostegno e di alcuni docenti dell’Ipsia, frequentata da Gino Laurini: tutti hanno parlato di un bravo ragazzo, gentile e che non ha mai creato problemi.

I FIGLI Per primo è stato sentito Yuri Laurini. Senza mai guardare la madre, il giovane ha ricordato la vita della famiglia a Massa, con i maltrattamenti: «Anch’io diedi un cazzotto a Silveria (nonna di Maria Grazia). Poi andai dai carabinieri ad autodenunciarmi». E di come la madre faceva pressione su Gino contro la nonna. Gino, però, ha raccontato il fratello non la ha mai colpito, al massimo l’ha strattonata. In casa c’era poi un clima pesante per questioni economiche: affitti non pagati così come le bollette. Yuri non capiva il perché nonostante in quella casa, Guidoni aveva le due pensioni (della madre e della nonna Silveria), i soldi del mantenimento dei due ex mariti e il suo stipendio. Yuri seppe da Gino del ritrovamento del cadavere il 13 novembre 2015. Poi, però, Yuri ricevette la chiamata della madre, la quale gli avrebbe detto che Gino era impazzito ed era andato dai carabinieri a dire che la madre Maria Grazia aveva ucciso la madre. Il modo in cui Giuseppina venne uscita, ha ricordato Yuri, gli è stato detto de visu da Gino: cocktail di alcol e medicine (Giuseppina era malata di Alzheimer), poi il sacchetto di nylon sulla testa e il nastro adesivo per chiuderlo - suggerito da Gino - perché la 63enne non moriva.

I rapporti con il padre, all’epoca, erano normali, ma distanti con Yuri e Gino. La difesa, con gli avvocati Giampaolo Ronsisvalle e Roberta Sofia, ha insistito sull’episodio che, all’eta di 13-14 anni, aveva visto coinvolto Gino con una delle due sorellastre per alcuni giochi erotici. Il giovane scoperto dal padre, seguì una terapia psicologica in una clinica di Massa.

Benito Bacci, invece, ha rievocato la scomparsa. Dopo l’esame di terza media, a Follonica nel giugno 2012, torna a Piacenza. E lì, sono primi di luglio, sapore che la nonna è scomparsa (secondo il pm Roberto Fontana, Pierini sparisce - cioè viene uccisa - la sera del 3 luglio e la figlia Maria Grazia fa la denuncia il 4 luglio). Glielo dice il fratello Gino: nonna è uscita di casa con 500 euro e non è più tornata. Il ritrovamento del cadavere, Benito lo seppe dalla madre. Maria Grazia, secondo il ragazzo, gli disse che lei era fuori (a casa del nuovo compagno Andrea Tana a Pontenure) e che in casa c’era solo Gino. Il ragazzo avrebbe ucciso la nonna «in un momento di follia, perché è uno psicopatico» avrebbe detto la madre a Benito. Poi, Gino e un compagno avrebbero portato il corpo nel podere di Massa Marittima.

Differente il racconto di Gino a Benito. Il fratello avrebbe raccontato della partita a carte, poi del mix di farmaci con la birra, il sacchetto di nylon. Poi il viaggio a Massa e i dettagli dell’acido sul volto e dei colpi di pala al capo della nonna. Il dramma della deposizione non termina e si torna ai rapporti in casa. Benito difende il fratello Gino perché «non ha mai picchiato la nonna. Gino cercava di tenere unita la famiglia. Ma ricordo che una volta che la mamma prese la nonna per i capelli e le fece una doccia gelata». Benito, inoltre, ha anche detto di aver sentito il compagno della madre, Tana, dire dopo la scomparsa: «Non è che avete fatto qualche tavolata?». Frase che l’uomo ha confermato in aula la scorsa udienza.

Mentre i figli uscivano dall’aula, sono stati seguiti dagli occhi della madre che cercava un contatto. Nessuno dei due si è voltato.

IL FRATELLO DI MARIA GRAZIA In aula è stato chiamato anche Giorgio Guidoni. Senza rivolgere lo sguardo a Maria Grazia, l’uomo ha sottolineato di aver visto la madre Giuseppina per l’ultima volta nel giugno 2011, quando le portò a vedere la propria figlia dopo il battesimo. Giuseppina lo bacio, «un gesto che mi ha sorpreso, perché non lo aveva mai fatto». Da lì, non seppe più nulla per anni, perché la sorella, secondo il racconto, non voleva che andasse a trovarla a Pontenure. La famiglia, inoltre, partì all’improvviso da Massa senza dire nulla a Giorgio. Fu la sorella Graziella a dirgli della sparizione della madre nel 2012. L’uomo chiamò allora anche Maria Grazia per capire come mai la madre fosse scomparsa. Il gelo è emerso anche tra fratello e sorella.

L’AMMINISTRATORE All’inizio del processo è stato sentito a lungo l’amministratore di sostegno, deciso dal Tribunale, per Giuseppina Pierini. L’avvocato Antonella Fiorani ha ricordato che l’incarico le venne affidato del maggio 2015 e subito cercò di contattare la famiglia che viveva a Pontenure. Una nomina sgradita a Maria Grazia Guidoni perché, secondo la procura, l’avrebbe privata della pensione della madre di 1.140 euro al mese. Fiorani cercò di spiegare a Guidoni che per i soldi d’ora in poi si sarebbe dovuta rivolgere a lei. L’avvocato notò subito la particolare situazione familiare (era stata anche assessore ai Servizi sociali a San Giorgio e aveva una certa esperienza) e che sapeva della situazione psicofisica compromessa di Giuseppina. L’amministratore, però, non riuscì mai ad accedere ai conti correnti, di cui non conosceva il numero né l’entità. Guidoni promise di portare i documenti, ma non lo fece mai. L’amministratore ha parlato di un “muro di gomma”. Fioroni venne a sapere della scomparsa da un messaggio di Maria Grazia lasciato nella segretaria telefonica.

La difesa ha contestato all’amministratore che nel novembre del 2015, dopo il ritrovamento delle ossa, lei disse ai carabinieri di aver saputo che esistevano due conti correnti (di Giuseppina e Silveria) alla Banca di Piacenza. I difensori, inoltre, hanno sottolineato come Fiorani, luglio 2015, non avesse subito aperto un conto per l’amministratore e informare l’INPS di non erogare più la pensione a Maria Grazia, che aveva la della sul conto della madre. Fioroni ha risposto che la situazione era difficile in casa e che i soldi servivano per vivere. Comunque, a settembre l’amministratore si rivolse all’INPS che interruppe il pagamento della pensione.

IL MEDICO Massimo Nasi è stato il medico della famiglia dei Guidoni a Massa per tanti anni. Il medico nel 2008 aveva notato un ambiente deteriorato. Un ematoma all’occhio di Silveria (nonna di Guidoni e madre di Giuseppina) attirò l’attenzione di Nasi, ma la donna le parlò di un incidente.

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