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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Roma

Il quartiere Roma si prepara a ripartire da zero. Anzi, da 3.0

Affollato incontro pubblico organizzato con lo scopo di raccogliere idee e suggerimenti per il progetto Porta Galera 3.0. Tra le proposte, anche quella dell'avvocato Monica: «Istituire un presidio di quartiere, il cosiddetto "Controllo di vicinato". La legge lo prevede»

Il quartiere Roma riparte da Porta Galera 3.0. 
O almeno, ci prova, nonostante le tante - ben note - difficoltà emerse nel tardo pomeriggio di giovedì 6 novembre durante un incontro pubblico svoltosi nell'oratorio della basilica di San Savino.
"Siamo qui per raccogliere le idee e lavorare sulla riqualificazione di un quartiere che ha sicuramente grandi problemi, ma anche tante possibilità", ha spiegato Giuseppe Magistrali, dirigente del Servizio formazione, scuola e giovani del Comune nonché coordinatore del progetto Porta Galera 3.0.

"Lo scopo di questo incontro è quello di raccogliere le idee al fine di mettere in cantiere interventi anche complessi di valorizzazione del quartiere. Le proposte che usciranno da qui, se largamente condivise, saranno supportate dall'intera città: i presupposti per realizzare concretamente queste idee ci sono, è necessario però che i cittadini stessi e in particolare gli abitanti e i commercianti della zona si impegnino in prima persona, com'é stato in occasione della bella e riuscita festa di quartiere "Matti da Galera" di qualche settimana fa".

Dall'avvìo di Porta Galera 3.0, sono già state raccolte una cinquantina di suggestioni. La maggior parte è stata consegnata agli organizzatori dagli abitanti del quartiere e dai commercianti, cioè da coloro che meglio conoscono la complessa realtà della zona. 
Cultura, coesione sociale, cura del quartiere e rilancio commerciale sono i cardini principali delle proposte lanciate dai partecipanti, che vorrebbero portare in via Roma e zone limitrofe eventi di tipo culturale (festival letterari, mostre d'arte, animazione, musica), ma soprattutto rendere appetibile la frequentazione del quartiere valorizzando la bellezza dei luoghi e cercando di arginare le ben note situazioni di degrado che affliggono ormai da anni l'ex Porta Galera di Piacenza, creando centri di aggregazione e rilanciando in termini positivi il concetto di multiculturalità.

Ed è su questo punto che, inevitabilmente, si è poi scatenato il confronto pubblico e il dibattito successivo, cui ha partecipato anche l'assessore al Welfare Stefano Cugini, intervenuto in corso d'opera.
"Sono tutte belle idee - ha detto una signora residente in via Pozzo - ma prima bisogna "ripulire" la zona, altrimenti chi é che si sognerebbe di frequentarla facendo lo slalom fra bottiglie rotte, escrementi, e schivando le liti fra extracomunitari che oltre una certa ora monopolizzano le strade?"

Una possibile soluzione l'ha proposta l'avvocato Francesco Monica: "Bisognerebbe istituire un presidio di quartiere, il cosiddetto "Controllo di vicinato", che é già regolato dalla legge regionale n.24 del 4/12/2003. L'articolo 8 stabilisce che è possibile utilizzare il volontariato per la vigilanza del territorio. È una proposta già fatta poco tempo fa al Quartiere 3 e il sindaco Dosi ha dato disponibilità organizzativa. Si tratterebbe di creare un gruppo qualificato di volontari disposti ad affiancare le forze dell'ordine nel controllo della situazione".

Emilio Gasparini, residente in via Roma, fa notare che "Si tratta di belle iniziative, ma non vedo altro che piacentini in questa sala. Viene da pensare che agli stranieri queste cose non interessino. E allora cosa ci impegniamo a fare?". D'altro avviso la signora Bassi, che si definisce "Abitante felice di via Roma. Certo, non tutto è perfetto, anzi. Ma non bisogna generalizzare, vedo comportamenti disdicevoli tanto da parte di piacentini quanto di stranieri. Secondo me un problema grosso é che mancano spazi di aggregazione... Poi per forza la gente si ritrova in strada".

Contestato anche il progetto annunciato nei giorni scorsi dall'amministrazione comunale di allestire un ambulatorio e un market in via Pozzo: "È una zona già troppo appesantita dalla povertà e dal degrado", hanno sottolineato alcuni dei residenti.
Insomma, le idee ci sono, realizzarle potrebbe essere un altro paio di maniche. Del resto la buona volontà c'è, e i piacentini hanno già dimostrato in più occasioni di saper e poter valorizzare questo quartiere della nostra città così ricco di storia. 

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