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Cronaca

“Il sistema Piacenza” va in soffitta, nessun investimento dopo Expo

L'agenzia temporanea di scopo chiude i battenti ufficialmente fra qualche settimana, mentre la zolla rimarrà nell'area di Expo (anche se il suo futuro è ancora incerto). Silvio Ferrari (Ats): «C'era la volontà di proseguire ma tutti si sono disinteressati e il Comune si è defilato»

Ecco l’eredità rimasta dell’Expo 2015: la zolla di "Piazzetta Piacenza" rimarrà sul suolo milanese a titolo gratuito (dopo essere costata non poco) e il “sistema Piacenza” va in soffitta senza molti rimpianti da parte delle istituzioni, che non intendono più ricreare quella squadra che - stando a quanto detto proprio da loro - aveva lavorato bene prima e durante i sei mesi dell'esposizione universale. 

Piacenza è stata l’unica città o provincia ad aver partecipato all’esposizione universale di Expo 2015 a Milano con uno spazio dedicato. La partecipazione è stata il frutto di un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro (ben 550mila euro messi dal Comune di Piacenza) di pubblico e privato. Ats (agenzia temporanea di scopo) venne fondata nell’ottobre del 2013 da 18 associazioni di categoria, con presidente Silvio Ferrari. L’obiettivo era quello di preparare al meglio l’evento di Expo 2015 con Piazzetta Piacenza, la “Grande Zolla” progettata da un gruppo di creativi del Politecnico di Milano e dell’Ordine degli Architetti di Piacenza. Uno spazio dove raccontare le peculiarità e le qualità del nostro territorio.

L'energia di Expo doveva anche protrarsi in futuro. Ma la zolla, inizialmente destinata al Museo dell’agricoltura di Piacenza, è stata poi lasciata sul suolo dell’area di Expo. L’Ats invece, stando a quanto annunciato a inizio 2016, doveva continuare il suo operato: un modello, una squadra di attori del territorio, rappresentanti delle categorie economiche piacentine – con la coordinazione degli enti pubblici – che avrebbe dovuto lanciare altre iniziative di sviluppo e promozione locale. Ma sembra che anche questo sia tutto fermo. L’Ats non ha mosso un dito in tutto il 2016: a testimonianza di ciò anche i siti internet e profili social su cui il “sistema Piacenza” si è raccontato al mondo nei mesi di Expo a Milano. Tutto tace: nessuno ha più messo sul piatto un contributo per permettere di continuare l'avventura. Forse i vertici istituzionali e economici piacentini non hanno creduto poi molto in quel "sistema Piacenza" che tanto hanno decantato durante l'esperienza internazionale di Expo 2015. Per quanto riguarda la promozione online nei prossimi mesi "Experience Piacenza" potrà almeno contare su 200mila euro provenienti un bando del MiBact per promuovere il turismo locale, ma siamo lontani dalla grande macchina organizzativa allestita per il 2015.

«Credo che la zolla rimarrà là – ha spiegato il sindaco di Piacenza Paolo Dosi - nell’area di Expo come segno della nostra presenza. Non ci sono novità al riguardo. Rimarrà lì in attesa che si decida il destino dell’area: ci penserà la prossima Amministrazione magari a pensare e a suggerire un suo utilizzo». Silvio Ferrari-2Ma in realtà la zolla è già stata ceduta ad Arexpo, la società che si occupa di sviluppare il comparto che ha ospitato la fiera internazionale. «C’è un ente che sta gestendo il dopo Expo – spiega il presidente di Ats Silvio Ferrari, che ci dà qualche informazione in più rispetto al primo cittadino -, l’area intera è stata ceduta a loro e noi abbiamo dato gratuitamente la Zolla, lasciandola al suo posto. Loro si occuperanno di tutto. Non c’è stato alcun seguito, la Zolla è rimasta là a Expo. Dovrebbe diventare un infopoint per chi gestirà quell’area, nella zona di Palazzo Italia». Perché Piacenza ha mollato così facilmente la sua “casa”? «Costava troppo riportarla qua nel nostro territorio – si era parlato di 100mila euro, nda -, allora l’abbiamo lasciata dov’era a testimonianza della nostra partecipazione».

A febbraio 2016 in Comune, durante una conferenza stampa, le parti economiche e istituzionali che avevano costituito l’Agenzia di scopo Ats (ne facevano parte anche Fondazione, Confindustria, Piacenza Expo, e tanti altri) avevano promesso di continuare a operare per promuovere Piacenza in Italia e nel Mondo. Ma sembra che sia stata solo una dichiarazione d’intenti. «L’Ats ha chiuso – precisa Ferrari – il suo impegno a dicembre 2015: da allora non siamo più operativi. È rimasta formalmente per una questione di gestione di bilancio per tutto il 2016. A gennaio o febbraio 2017, un’assemblea, sanciremo la sua chiusura ufficiale e fiscale». 

Ma il progetto – chiediamo a Ferrari - era quello di continuare il percorso: erano tutti d’accordo di proseguire e investire. Lo stesso sindaco Paolo Dosi nel presentare il bilancio della partecipazione piacentina a Expo spiegò la necessità di continuare a investire. «L’intenzione era quella – risponde il presidente - di trovare una formula in grado di portare avanti iniziative per il territorio, slegate dall’esperienza di Expo ma con gli stessi attori, con lo stesso asset. L’idea c’era, ma poi si sono tutti disinteressati. Il driver istituzionale era il Comune, ma poi si è defilato…». Le risorse sono venute meno – non sono stati stanziati fondi – e il “sistema Piacenza” collaudato durante Expo è finito in un nulla di fatto. «Sono rammaricato – prosegue Ferrari -, il “sistema Piacenza” ci poteva essere ancora, tutti ne erano convinti, poi però a fatti… Spero che i piacentini si ricordino di quel percorso, che si può sempre riprendere da un momento all’altro, con un nuovo corso». Forse la prossima Amministrazione può avere idee diverse e decide di ripartire da qui… «Già, magari con la prossima Amministrazione ripartiamo».

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