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Cronaca

«Il vecchio bastardo ti ha dato i soldi?». Anziani derubati dei risparmi di una vita: cinque arresti

La squadra mobile della questura di Piacenza ha sgominato una vera e propria organizzazione criminale composta da otto persone sinti che nei mesi ha letteralmente mandato sul lastrico quattro anziani piacentini. Gli arresti ai campi nomadi di Saliceto e di via Torre della Razza

Tra loro li chiamavano "bastardi", li derubavano di migliaia di euro facendo leva sulla loro buona fede inventandosi figli malati o in pericolo. La squadra mobile della questura di Piacenza ha sgominato una vera e propria organizzazione criminale composta da otto persone sinti che nei mesi ha letteralmente mandato sul lastrico quattro anziani piacentini derubandoli di circa 150mila euro. Al termine delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Roberto Fontana, il gip Giuseppe Bersani ha emesso cinque ordini di custodia cautelare in carcere per cinque donne sinti che ora dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla circonvenzione di incapace. Altre tre persone, due uomini e una donna, invece sono stati denunciati con la medesima accusa: erano al corrente di tutto e vivevano di quanto le complici riuscivano a rubare agli anziani. E' la prima volta che a Piacenza per reati di questo tipo si usa l'associazione per delinquere, fanno sapere dalla Procura. Le donne, tutte di età compresa tra i 31 e i 42 anni, residenti nei campi nomadi di Saliceto di Cadeo e di via Torre della Razza a Le Mose sono state arrestate all'alba del 20 luglio dagli agenti della squadra mobile con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia dando vita all'"Operazione Gagio". Una di queste è ancora irreperibile ma gli inquirenti la stanno cercando. Tutto ha avuto inizio nel novembre 2015, un'impiegata delle Poste ha notato un anziano allo sportello in stato confusionale: «Quanti soldi ho dato a queste donne, quanto denaro devo ritirare». La donna intuendo qualcosa di anomalo ha denunciato tutto alla polizia. Di lì di è sviluppata una complessa attività di indagine fatta in pedinamenti e intercettazioni telefoniche. Le sinti avvicinavano le vittime prescelte nei bar, negli uffici postali o in farmacia, facevano loro compagnia mostrandosi affettuose e bisognose. Facendo leva sulla bontà d'animo e sulla solitudine degli anziani si facevano consegnare migliaia di euro, i risparmi di una vita di lavoro, millantando malattie o figli in situazioni di disagio. I quattro anziani, persone normali che avevano lavorato una vita nei campi o come meccanici si fidavano ciecamente di queste donne così premurose ma che in realtà  non provavano nessuno tipo di remora nello spillare soldi in continuazione: «Lupi travestiti da agnelli», commenta il questore Salvatore Arena.  L'associazione criminale si è mossa con furbizia e non comune spietatezza. Nel corso dell’attività d’intercettazione è emerso in particolare che le donne conquistavano le vittime con il loro comportamento ammaliante definendoli poi nelle telefonate come “gagi” da sfruttare (in idioma sinti significa “straniero”) o ancor peggio come “bastardi”. Con modi ammiccanti e false promesse conquistavano facilmente la fiducia delle loro prede le quali, una volta cadute nella rete della falsa amicizia o dell’amore fittizio, dovevano fronteggiare continue richieste di denaro in cambio di promesse mai mantenute.  Quando le vittime si dimostravano meno collaborative, aggiravano l’ostacolo spacciandosi per avvocatesse o impiegate di banca desiderose di aiutarli ma sempre dietro compenso economico, con ciò truffandoli senza alcuno scrupolo. In un lasso di tempo ristretto, le vittime si sono ritrovate con conti in banca prosciugati (dai 20 agli 80 mila euro per ognuno) e con profondi sensi colpa, nonché con la vergogna nel dover nascondere la verità ad amici e parenti. In tutto gli inquirenti stimano che le donne siano riuscite, in tutto, ad avere 150mila euro in pochi mesi. 

LE INTERCETTAZIONI: "QUAND'E' CHE RIESCI AD ANDARE IN BANCA?"

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