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Cronaca Fiorenzuola d'Arda / Localita' Baselicaduce

Prima l'ha strozzata poi le ha dato "sepoltura" nel Po

Dopo la confessione del marito, la ricostruzione di un delitto che affonda le radici nei problemi di coppia. L'avvocato Mauro Pontini: questo è il frutto dei matrimoni combinati. Il bambino verrà affidato ai servizi sociali

Kaur Balwinder e il marito Kulbir Singh erano condannati a vivere insieme. Non si amavano più, ormai già da tempo. Lui voleva divorziare, secondo quanto ha riferito ai carabinieri, ma la famiglia di lei non era d'accordo. La tradizione indiana infatti (che tutti dicono che Kulbir rispettasse rigidamente) come prevede i matrimoni combinati tra le famiglie, prevede anche che le stesse siano d'accordo se due sposi divorziano. Lo ha spiegato l'avvocato difensore del 36 enne indiano arrestato per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.

Gli inquirenti spiegano il delitto ©ilPiacenza

«E' tutto maturato nel contesto familiare - spiega il sostituto procuratore Antonio Colonna - e le indagini, ora che abbiamo posto il paletto fermo della responsabilità soggettiva del delitto, proseguiranno nei prossimi giorni per cercare negli elementi investigativi raccolti dai carabinieri i riscontri alla confessione resa dall'indagato. Allo stato dei fatti, invece, non abbiamo elementi per ritenere che il problema tra i due fosse l'occidentalizzazione presunta della donna, come invece è stato riportato a livello nazionale». Il 36enne ora è in carcere per la mattina del 29 maggio è previsto un nuovo interrogatorio. E' assistito dall'avvocato Mauro Pontini del Foro di Piacenza.

Problemi di coppia - Le cose tra i due coniugi non andavano bene da tempo. Forse la 26enne aveva un'amante e non è escluso che fosse il padre del bambino che diceva di portare in grembo, anche se sarà l'autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore a stabilirlo. La Procura ha nominato i due consulenti, i medici legali Novella D'Agsotini e Tiziana Folin.

La dinamica del delitto - Stando alla prima ricostruzione, l'omicidio è avvenuto all'interno della casa di Baselicaduce la mattina del 14 maggio. I due hanno iniziato l'ennesima lite, lui l'ha colpita facendola cadere a terra. Lei a questo punto lo avrebbe "sfidato" a proseguire e lui, accecato dall'ira, le ha stretto intorno al collo un foulard con il quale l'ha strozzata. In quel momento i due erano da soli in casa perché il loro bambino era all'asilo. Il marito a questo punto - stando sempre alla sua confessione - l'avrebbe avvolta in un lenzuolo e caricata nel portabagagli della sua Ford Focus per poi scaricarla nel Po. Forse dalle parti di Caorso.  «Lui non l'ha gettata nel Po per sbarazzarsene propriamente  - sottolinea l'avvocato Pontini - ma le ha dato una sepoltura secondo l'usanza indiana, avvolgendola  in un lenzuolo e adagiandola sulla riva del fiume, come fanno in India».Poche ore dopo i parenti della ragazza, allarmati per non aver più avuto sue notizie (proprio quel pomeriggio aveva appuntamento dal ginecologo per verificare la gravidanza) hanno avvertito i carabinieri e sono iniziate le ricerche che però, dopo tre giorni di sforzi da parte dei volontari, non hanno dato esito.

Il ritrovamento e la svolta nelle indagini - Il ritrovamento del cadavere, nel pomeriggio del 29 maggio, ha poi segnato la svolta, con gli uomini del Nucleo investigativo, che già da qualche giorno avevano preso in mano le indagini coordinati dal sostituto procuratore Antonio Colonna,  che hanno subito intuito che quella donna non era morta annegata. E' così che hanno subito messo sotto interrogatorio per ore il marito, fin quando all'alba non è crollato iniziando a confessare i primi particolari del delitto.

L'autopsia - L'esame dei medici legali sarà determinante per confermare la dinamica dei fatti. Innanzitutto per stabilire se la morte sia compatibile con la dinamica raccontata dal reo confesso. E poi per accertare l'eventuale gravidanza, nel qual caso l'uomo si troverebbe a dover rispondere anche del reato di procurato aborto.

Il complice - Al momento gli inquirenti non escludono che posano esserci dei complici nel delitto. Qualcuno che magari lo ha aiutato in un secondo tempo, oppure che sapeva qualcosa e ha taciuto con i carabinieri. Ma queste sono valutazioni che emergeranno in un secondo momento.

Il bambino - Il figlio della coppia, bimbo di 5 anni, al momento è stato affidato alla nonna paterna. A breve comunque il suo caso verrà sicuramente seguito e preso in carico dai servizi sociali.

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