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Cronaca

Klimt, indagata la vedova del direttore della galleria

La Procura della Repubblica di Piacenza ha inviato un avviso di garanzia a Rossella Tiadina, vedova di Stefano Fugazza, compianto direttore della Galleria Ricci Oddi che nei suoi diari scrisse della volontà di organizzare un finto furto per far parlare della mostra

La Procura della Repubblica di Piacenza ha inviato un avviso di garanzia a Rossella Tiadina, vedova di Stefano Fugazza, compianto direttore della Galleria Ricci Oddi quando - nel gennaio 1997 - venne rubato il Ritratto di Signora di Gustav Klimt, recentemente ritrovato in un'intercapedine all'esterno del museo. Rosella Tiadina è iscritta nel registro degli indagati dal pm Ornella Chicca con l'ipotesi di ricettazione. A casa della donna, a Piacenza, è stata effettuata una perquisizione. Il nome della vedova del defunto direttore della pinacoteca si aggiunge al pregiudicato piacentino Valeriano Beltrame (indagato per furto e ricettazione) che in una lettera fatta pervenire agli investigatori dell'Arma e al giornale “Libertà” si è confessato autore del furto e ha spiegato di aver restituito l'opera come regalo alla città. Salvo poi avvalersi della facoltà di non rispondere quando è comparso davanti agli inquirenti. Ci sarebbe poi un terzo indagato del quale non è nota l'identità ma che potrebbe essere un altro pregiudicato piacentino, in questo caso per il solo reato di furto (che è però prescritto essendo il reato risalente al 1997).

Pochi mesi prima della sparizione del Ritratto di signora di Gustav Klimt - ricorda l'Agenzia Ansa - avvenuta nel gennaio 1997, l'allora direttore della Galleria Ricci Oddi, Stefano Fugazza, aveva pensato all'organizzazione di un finto furto del dipinto per promuovere una mostra a Palazzo Gotico intitolata 'Da Hayez a Klimt' e della quale il dipinto doveva essere la principale star. Sarebbe lo stesso direttore a confessarlo nei suoi diari personali, resi pubblici qualche anno fa. Un aspetto della vicenda che potrebbe tornare attuale, dopo che si è appreso dell'iscrizione al registro degli indagati della vedova Fugazza (morto nel 2009) con l'ipotesi di reato di ricettazione. «Mi chiedevo che cosa si sarebbe potuto fare per dare alla mostra notorietà - scrive nel diario Fugazza - per garantirle un successo di pubblico che non si era mai visto in precedenza. E l'idea che mi era venuta era proprio quella di organizzare deliberatamente un finto furto del Klimt, poco prima della mostra, esattamente - mio Dio - quello che poi è avvenuto, per poi far ritrovare l'opera dopo qualche tempo nel corso dell'esposizione». Nel suo diario l'allora direttore della pinacoteca spiega di essersi interrogato all'epoca anche su «cosa si sarebbe potuto fare a scanso di equivoci per garantirsi nei confronti degli inquirenti: consultare un notaio, depositare presso di lui una lettera che spiegasse le reali intenzioni dell'operazione».

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