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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

L'imam incontra don Massimo e i profughi a Calendasco: «E' il momento di collaborare»

Dopo l'appello lanciato dal parroco di Calendasco, Massimo Cassola, alla comunità islamica per l'accoglienza dei profughi, e dopo la risposta positiva dell'imam Mohamed Shemis tramite IlPiacenza.it, il 17 aprile i due si sono incontrati e hanno conosciuto gli esuli all'ostello: «Le porte del centro islamico sono aperte»

Dopo l'appello lanciato dal parroco di Calendasco, Massimo Cassola alla comunità islamica per cercare di attivare una collaborazione per aiutare i profughi arrivati negli ultimi giorni nel nostro territorio, sei dei quali ospitati all'ostello Le tre corone di Calendasco, Mohamed Shemis, imam e presidente del Centro Culturale Islamico di via Mascaretti aveva raccolto l'invito del sacerdote rispondendogli attraverso IlPiacenza.it: «Saremmo contenti di incontrare il sacerdote, nonostante non possiamo offrire aiuti economici e ospitare queste persone, le porte del nostro centro sono aperte per parlare, per pregare e per condividere momenti di vita insieme».

Nel pomeriggio del 17 aprile l'incontro. Abbiamo raggiunto con l'imam e un suo collaboratore la canonica di don Massimo e tra un caffè e un pasticcino hanno affrontato temi religiosi, passando dalla famiglia moderna, alla politica nazionale e le prossime elezioni. Infine il discorso cade sull'accoglienza dei profughi.

All'ostello sacerdote e imam danno il benvenuto in Italia ai sei ragazzi ospitati a Calendasco. Non capiscono una parola di italiano ma parlano inglese e un po' di francese. Il ragazzo dell'ostello fa da interprete e finalmente ci si può conoscere. Sia il parroco sia l'imam hanno detto ai ragazzi che la chiesa e il centro islamico sono aperti per chi vuole andare a pregare e condividere momenti di vita insieme, iniziando così una collaborazione e una frequentazione sempre più proficua. Hanno spiegato che si potrebbe attivare un corso di italiano, fondamentale per integrarsi sul territorio, e che magari i ragazzi potrebbero dare una mano svolgendo qualche piccolo lavoro. A quel punto i profughi parlano di quello che facevano nel loro paese e si scopre che sono meccanici, saldatori, fabbri e che sarebbero ben disposti a rimboccarsi le maniche. Ma, al di là della religione e delle diverse culture, delle tradizioni e dei mestieri, ciò che più conta, ora, sembra essere la parola più volte pronunciata da don Cassola e dall'imam: collaborazione.

1 - IL VIDEO DELL'INCONTRO

2 - IL VIDEO DELL'INCONTRO

L'APPELLO DI DON MASSIMO CASSOLA

L'IMAM RISPONDE: «INCONTRIAMOCI»

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