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Cronaca Bobbio

«L’Ospedale di Bobbio è un esempio di buona sanità»

Da cittadino residente a Bobbio che non marcia sotto alcuna insegna politica, posso dire che Bobbio ha goduto di miglioramenti in quasi tre lustri, sia tecnicamente sia per l'atmosfera rilassata che si respira nelle sue stanze

L'Ospedale della Carità di Bobbio, questa la sua denominazione originaria, ha svolto da sempre un preziosissimo servizio di assistenza sanitaria sull’intera Alta Valtrebbia e nei territori delle zone della Valle Staffora, Valtidone e Valnure, limitrofe a Bobbio. Una presenza che è stata fondamentale per lo sviluppo economico sociale dell'intero comprensorio. L'esistenza del Presidio Sanitario in viale Garibaldi è un'eccellenza che con altre importanti presenze istituzionali ha fatto della Città di Bobbio un centro importante in Provincia di Piacenza quasi, senza esagerare, quanto il Capoluogo stesso. L'Ospedale della Carità, fra alti e bassi, chiari e scuri e ipotesi di chiusur è sempre sopravvissuto nelle incertezze del suo mantenimento sul territorio. 

Recentemente è arrivato il nuovo direttore, Antonio Capuano proveniente dall’ospedale di Castelsangiovanni.  «Ho ritenuto opportuno porgergli un sincero e pubblico benvenuto quale cittadino e osservatore dei fatti che avvengono dove vivo da "re" e con l'occasione porgere un saluto e "grazie" al dottor Carlo Cagnoni, che è andato a ricoprire il prestigioso ruolo di primario di medicina dell'Ospedale di Castel San Giovanni. Per un comune sentire non solo fra i bobbiesi, ma anche fra coloro venuti da fuori, che hanno usufruito dell’assistenza nel nosocomio bobbiese, è giusto testimoniargli sentimenti di sincera riconoscenza, stima e gli auguri di buon lavoro nel nuovo incarico. 

La notizia del trasferimento del dottor Carlo Cagnoni è stata inizialmente motivo di preoccupazione, alla luce che la popolazione "cliente" dell'Ospedale della Città di San Colombano è prevalentemente composta da persone anziane e gli anziani, abitudinari, diffidano molto delle novità, ossequenti al proverbio che suggerisce di  stare attenti a cambiare la strada vecchia per una nuova. Ho conosciuto Carlo Cagnoni nel 2003. Ricordo che dopo il "piacere dottore" proseguii manifestando la speranza che non avesse la borsa vicino alla scrivania, a significare che ancora una volta l'Ospedale di Bobbio potesse essere usato come trampolino di lancio ad incarichi più professionalmente importanti. Lo escluse, mi sembrarono parole sincere, già da allora. Dopo quattordici anni di gestione " Cagnoni" l'Ospedale in viale Garibaldi è certamente migliorato.

Oltre ovviamente ai servizi, ben otto reni artificiali, la MOC (mineralometria ossea computerizzata), l'esame per verificare le quantità di calcio nelle ossa, usato per le donne che soffrono di osteoporosi e non solo, gli ambulatori che funzionano, il Pronto Soccorso, il personale medico e paramedico costituiscono un’equipe che si è guadagnata fra la gente stima, simpatia. I medici un gruppo di professionisti, da tempo in loco e affiatati sono diventati di fatto "bobbiesi"; i giovani infermieri, arrivati freschi freschi, hanno fatto squadra con gli “anziani". Questa è l'atmosfera che dal 2003 ad oggi è diventata l'aria respirata nelle stanze, negli ambulatori all'interno  del nosocomio.

Il lungo periodo di "quiete" e le rassicurazioni portano a credere che a Bobbio l'Ospedale c'è e ci resterà per garantire la tutela sanitaria ai coraggiosi abitanti dell’Alta Val Trebbia e vicinanze ma l’importante è non cambiare la direzione verso il miglioramento e se possibile neanche la denominazione perché porta male. Ogni volta che è successo, non sempre sono stati fatti passi in avanti. Due numeri, due soli, i 120 posti  letto oggi sono scesi a 24. 

Da cittadino residente a Bobbio che non marcia sotto alcuna insegna politica,  chiudo ricordando che la tranquillità e i miglioramenti che l'Ospedale della Carità di Bobbio ha goduto, in questi quasi tre lustri di recente passato sia tecnicamente sia per l'atmosfera rilassata che si respira nelle sue stanze, vanno annoverati tra i meriti da riconoscere al dott. Andrea Bianchi ex Direttore dell'AUSL di Piacenza e al dottor Carlo Cagnoni, Primario. Insieme hanno lavorato nell'interesse  della popolazione ancora resta ostinatamente a vivere sulla nostra montagna. 

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