«La Chiesetta disturba il riposo dei residenti»
Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un residente del quartiere di San Lazzaro.
«Il locale La Chiesetta sito a San Lazzaro sulla via Emilia, ha ripreso appieno l'attività, disinteressandosi dei pregressi e del grave disturbo causato alle famiglie residenti nelle adiacenze del locale e agli ospiti del collegio Alberoni, superando ogni soglia di rumore fino a tardo orario nella notte. In passato, due rilevazioni da parte di Arpae hanno certificato il superamento delle soglie di rumore. Le autorità locali competenti (in particolare i dirigenti di riferimento del Comune di Piacenza e il sindaco in qualità di responsabile e garante della salute dei cittadini), se qualcosa hanno fatto, certamente il risultato è non soddisfacente, insufficiente, inadeguato e non risolutivo.
Infatti, i mercoledì, venerdì, sabato e domenica sono diventati notti in cui non si riesce a riposare per l'elevato volume della musica, gli schiamazzi al microfono amplificati del dj e delle persone che frequentano il locale, oltre alle vibrazioni causate dai subwooffer che si diffondono sulle superfici orizzontali e verticali dei muri fino a sentirsi sul cuscino, stando a letto.
Le numerose telefonate notturne con richiesta di verbalizzazione e intervento della polizia e dei carabinieri non hanno portato a nulla: quando si presentano, il dj abbassa un po' il volume per poi alzare oltre le soglie appena va via la pattuglia.
Ogni esercizio commerciale, pubblico, privato o locale che sia, ha certamente il diritto a svolgere la propria attività nel rispetto di un sistema di norme e regole che devono essere osservate sempre e non ad intermittenza o sotto verifica di chi deve/dovrebbe controllare. Lo stesso esercizio, certamente, non ha il diritto di condizionare peggiorando la qualità della vita ne il diritto al riposo di chi ci abita vicino: questa non è libertà è anarchia!
Siamo nel 2020, la conoscenza e le tecnologie in edilizia consentono da tempo di progettare e costruire edifici sufficientemente isolati, in gradi di non trasmettere onde sonore e vibrazioni all'esterno, idonei a fare musica a livelli di decibel da rendere sordi gli ospiti all'interno ma isolando adeguatamente la diffusione verso l'esterno. Perché l'ufficio del Comune che concede i permessi non ne tiene conto? Altrimenti, perché quando si fanno feste di quartiere, concerti all'aria aperta o in alcuni locali, il tutto finisce entro mezzanotte? Sarà forse per porre un limite ai disagi di chi ci abita vicino?
L'edificio che ospita la Chiesetta evidentemente non è stato ne progettato ne costruito per fare da ristorante o discoteca, non credo ci voglia molto ad accorgersene quali possano essere i limiti. Tuttavia, parrebbe che ne la proprietà che lo concede in affitto (Opera Pia) ne gli uffici Comunali preposti che hanno rilasciano le autorizzazioni, abbiano compreso quali possano essere tali limiti o come farli rispettare. Infatti, fino allo scorso anno, la licenza abilitava alla distribuzione di cibi e bevande, ma i gestori organizzavano continuativamente serate da discoteca con musica ad alto volume fino a tarda notte (già certificate in due occasioni da ARPAE).
Infine mi domando quanto siano rispettate le norme di sicurezza (vie di fuga, antincendio, ricambio d'aria, ecc.): un conto è adempierle durante lo svolgimento dell'attività di ristorazione dove il numero massimo di ospiti è piuttosto definito e quantificabile, ma come cambiano i requisiti di sicurezza al crescere il numero delle persone presenti nel locale? Quante persone sono presenti nel locale quando inizia la serata disco? Una rapida stima si riesce a fare quantificando le auto parcheggiate sulla via Emilia, nel parcheggio del locale e in quelli adiacenti rispetto ad altre serate».