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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La molesta di continuo e lei è costretta a cambiare casa, via al processo a un 45enne

L’accusa è di stalking. L’uomo, secondo le accuse, la assillava a casa, al lavoro e anche davanti all’asilo frequentato dai figli. Oltre al telefono, la 40enne ha dovuto anche trovare un’altra abitazione. Lui è già stato condannato per atti persecutori verso la ex moglie

Un incubo. Si può definire così il racconto di una donna ennesima vittima di stalking nella nostra città. La paura e la preoccupazione erano così forti che oltre al numero del telefonino la donna ha dovuto anche cambiare casa. Si è aperto questa mattina, 11 aprile, il processo a carico di 45enne accusato di atti persecutori nei confronti di una 40enne. Un  uomo che nonostante una condanna per gli stessi fatti alla ex moglie avrebbe deciso di adottare ancora comportamenti molesti. Il giudice Maurizio Boselli ha ascoltato la donna come testimone che ha risposto alle domande del pm Antonio Rubino. L’uomo è difeso dall’avvocato Patrizia Picciotti, mentre la donna si è costituita parte civile con l’avvocato Alessandro Bacchetta.

La brutta storia era cominciata sul finire del 2011. Dopo tanti anni, i due erano stati fidanzati 20 anni prima, la coppia decide di uscire insieme. Poco tempo e lei si rende conto che la cosa non va e decide di smettere. Come nel peggiore copione di queste vicende iniziano tante telefonate (dalle 30 alle 50 al giorno) e una pioggia di sms. Lei cerca di farlo ragionare, ma non ci riesce. Cambia così il numero del cellulare, ma lui non demorde e la assilla a casa, al  lavoro, a casa dei genitori e anche all’asilo che frequentano i suoi figli. Ormai, la donna è impaurita e va in questura a denunciare il fatto. Parte l’inchiesta. Nel frattempo, lui non si ferma. Ma a marzo, il questore emette un’ordinanza (che equivale alla custodia cautelare) che impedisce all’uomo di avvicinarsi alla 40enne. Nel frattempo, la polizia sequestra in casa del 45enne il computer e il telefono. La procura termina l’inchiesta e chiede il rinvio a giudizio, poi disposto dal gip. E la triste storia approda in aula.

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