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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Laboratori e scuole professionali dai beni confiscati alla Mafia: il liceo S.Benedetto incontra il centro di solidarietà di casarano (lecce) attivo nella formazione e nella lotta alla disoccupazione in territorio mafioso

Per aiutare a gestire la disoccupazione in un territorio gravato da una mentalità abituata ai poteri forti ed imperanti sono attivi sul territorio anche Centri di Solidarietà. A raccontare questa esperienza, realizzata nel leccese, è stato il centro di Casarano, protagonista di un incontro con il liceo San Benedetto nell'ambito del progetto "Si può vivere così". "Cerchiamo di estirpare la mentalità per cui è facile diventare schiavi del più forte. Spesso le persone potenti e la mafia tendono a manovrare la mentalità della gente", ha spiegato Giuseppe Negro del C.d.s. di Casarano e presidente dell'associazione Ascla - Scuola Lavoro. Ultimamente il centro è stato impegnato in un progetto di ampio respiro in collaborazione con le istituzioni locali."Abbiamo iniziato un grande progetto collegiale che a breve ci porterà ad ristrutturare e riutilizzare un capannone confiscato alla mafia, convertendolo in un complesso polifunzionale con laboratori, aule e spazi dedicati a tutta la comunità locale", ha illustrato Negro.

I Centri di solidarietà operano con la volontà di affiancare chi sta vivendo una situazione di disagio, facendo attenzione a non perdere mai di vista l'unicità della persona, il suo desiderio di bellezza e di realizzazione attraverso la valorizzazione dei talenti personali. "Partendo da un'analisi dettagliata dei bisogni che registriamo sul territorio, - ha continua Negro -, cerchiamo di offrire una risposta strutturata e organizzata per poter contribuire a sanarli". Negro si è soffermato anche sui dettagli di un lavoro solo all'apparenza pratico. "A volte le persone in difficoltà non sono abituate al lavoro con tempi da rispettare e norme comportamentali inderogabili - ha fatto notare -. E' da questa osservazione che è nata l'idea di proporre dei corsi di formazione professionale che aprissero la visione i ragazzi alla realtà di una vita diversa". Così è nata l'Ascla, inizialmente una piccola associazione di insegnanti e laureati che si sono inventati un mestiere: aiutare i ragazzi a studiare, prima, e a lavorare poi, con la formazione specifica. "Oggi siamo in 25 a lavorare in quest'opera - dice Negro -. Dopo la formazione ci siamo accorti che era necessario aiutare le persone anche a mettere a frutto quanto appreso e in questo obiettivo sono orientati i Cds, i Centri di Solidarietà, per far incontrare chi offre e chi cerca lavoro pulito".

Accanto all'esperienza leccese esiste anche quella piacentina che è stata spiegata agli studenti da Valerio Vinotti .Gli studenti del S.Benedetto hanno seguito un percorso di riflessione sul tema che li ha portati anche a ripercorrere la storia medievale piacentina. "Abbiamo deciso di assumere la fabbrica del Duomo piacentino, una cattedrale che anche architettonicamente onora i mestieri, come testimonianza di un lavoro che permette all'uomo di esprimere le proprie potenzialità", ha spiegato la professoressa Valentina Gobbi. "Imparare significa non solo studiare, ma anche fare esperienza, Si può capire anche ascoltando le testimonianze di chi ha vissuto qualcosa di particolarmente significativo. La vita si comunica con la vita", ha sottolineato il preside del liceo San Benedetto, Agostino Maffi, promotore dell'incontro.

Per aiutare a gestire la disoccupazione in un territorio gravato da una mentalità abituata ai poteri forti ed imperanti sono attivi sul territorio anche Centri di Solidarietà. A raccontare questa esperienza, realizzata nel leccese, è stato il centro di Casarano, protagonista di un incontro con il liceo San Benedetto nell'ambito del progetto "Si può vivere così". "Cerchiamo di estirpare la mentalità per cui è facile diventare schiavi del più forte. Spesso le persone potenti e la mafia tendono a manovrare la mentalità della gente", ha spiegato Giuseppe Negro del C.d.s. di Casarano e presidente dell'associazione Ascla - Scuola Lavoro. Ultimamente il centro è stato impegnato in un progetto di ampio respiro in collaborazione con le istituzioni locali."Abbiamo iniziato un grande progetto collegiale che a breve ci porterà ad ristrutturare e riutilizzare un capannone confiscato alla mafia, convertendolo in un complesso polifunzionale con laboratori, aule e spazi dedicati a tutta la comunità locale", ha illustrato Negro.

I Centri di solidarietà operano con la volontà di affiancare chi sta vivendo una situazione di disagio, facendo attenzione a non perdere mai di vista l'unicità della persona, il suo desiderio di bellezza e di realizzazione attraverso la valorizzazione dei talenti personali. "Partendo da un'analisi dettagliata dei bisogni che registriamo sul territorio, - ha continua Negro -, cerchiamo di offrire una risposta strutturata e organizzata per poter contribuire a sanarli". Negro si è soffermato anche sui dettagli di un lavoro solo all'apparenza pratico. "A volte le persone in difficoltà non sono abituate al lavoro con tempi da rispettare e norme comportamentali inderogabili - ha fatto notare -. E' da questa osservazione che è nata l'idea di proporre dei corsi di formazione professionale che aprissero la visione i ragazzi alla realtà di una vita diversa". Così è nata l'Ascla, inizialmente una piccola associazione di insegnanti e laureati che si sono inventati un mestiere: aiutare i ragazzi a studiare, prima, e a lavorare poi, con la formazione specifica. "Oggi siamo in 25 a lavorare in quest'opera - dice Negro -. Dopo la formazione ci siamo accorti che era necessario aiutare le persone anche a mettere a frutto quanto appreso e in questo obiettivo sono orientati i Cds, i Centri di Solidarietà, per far incontrare chi offre e chi cerca lavoro pulito".

Accanto all'esperienza leccese esiste anche quella piacentina che è stata spiegata agli studenti da Valerio Vinotti .Gli studenti del S.Benedetto hanno seguito un percorso di riflessione sul tema che li ha portati anche a ripercorrere la storia medievale piacentina. "Abbiamo deciso di assumere la fabbrica del Duomo piacentino, una cattedrale che anche architettonicamente onora i mestieri, come testimonianza di un lavoro che permette all'uomo di esprimere le proprie potenzialità", ha spiegato la professoressa Valentina Gobbi. "Imparare significa non solo studiare, ma anche fare esperienza, Si può capire anche ascoltando le testimonianze di chi ha vissuto qualcosa di particolarmente significativo. La vita si comunica con la vita", ha sottolineato il preside del liceo San Benedetto, Agostino Maffi, promotore dell'incontro.

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