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Cronaca Centro Storico / Via Giuseppe Mazzini

Malmenò e molestò la moglie, chiesto il rinvio a giudizio

Un 43enne, accusato di aver picchiato la moglie diverse volte anche davanti ai figli, dovrà rispondere di diversi reati. La donna si è rivolta agli inquirenti dopo un ultimo episodio del luglio 2014. Il 15 gennaio scorso l'uomo è stato inoltre denunciato per aver dato alle fiamme l'appartamento dell'ex

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di un 43enne piacentino, reo di aver molestato e picchiato la moglie per diversi anni. L’uomo dovrà rispondere nell’udienza preliminare – davanti al gip Giuseppe Bersani - dei reati di maltrattamento in famiglia (aggravati perché avvenuti davanti ai figli della coppia, due minorenni), lesioni, stalking, violazione di domicilio e furto: tutto questo sempre nei confronti della moglie 42enne. La vicenda risale al luglio 2014, quando la donna decise di scappare di casa con i figli dopo l’ennesima aggressione, rivolgendosi ai carabinieri. La procura chiederà il rinvio a giudizio davanti al gip.

L’escalation di episodi ha vissuto un ultimo folle gesto in seguito alla denuncia della donna: il 43enne lo scorso 15 gennaio è stato denunciato per aver dato alle fiamme l’appartamento di via Mazzini dove la coppia risiedeva. All’interno dell’appartamento, di cui è proprietaria la donna dopo la separazione, fortunatamente non vi era nessuno al momento dell’incendio. All'arrivo della volante, il piacentino aggredì un agente ferendolo lievemente: per questo fu arrestato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Le indagini, condotte dal pm Ornella Chicca, avevano rilevato il fatto che l’uomo non rispettava di frequente l’ordinanza del questore di stare lontano dalla moglie. Addirittura la persecuzione avveniva anche nel negozio della donna: l’uomo ha inoltre forzato la porta del negozio, oltre ad arrivare a rubare l’auto dell’ex convivente. Il piacentino è difeso dall’avvocato Roberta Prampolini, mentre la donna, che si costituirà parte civile, è assistita dall’avvocato Mara Tutone.

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