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Cronaca

Maltratta la moglie per 20 anni, condannato a due anni

Gelosia e difficoltà economiche alla base delle aggressioni, avvenute in Valtrebbia. La donna si è separata e poi lo ha denunciato. Il giudice ha deciso un risarcimento di 8mila euro

Vent’anni di maltrattamenti gli sono costati la pena di due anni. E’ terminato il 5 novembre il processo nei confronti di un uomo accusato di maltrattamenti in famiglia. La vicenda aveva visto coinvolti due 50enni residenti in Valtrebbia. Lui, secondo le accuse, avrebbe più volte minacciato, insultato e picchiato la moglie (oggi sono separati e vivono in case diverse) sia davanti ai figli in casa, sia in luoghi pubblici. Il giudice Fiammetta Modica ha accolto la richiesta di condanna del pubblico ministero Antonio Rubino, di due anni. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Sabrina Fermi, aveva chiesto l’assoluzione. Soddisfatta la parte civile, con l’avvocato Sara Stragliati, che si era associata alla richiesta di condanna. Il giudice per la donna ha stabilito una provvisionale (un risarcimento) di 8mila euro. Stragliati valuterà se avviare una causa civile, così come il difensore valuterà il ricorso in appello quando avrà letto le motivazioni della sentenza. Le vessazioni sarebbero cominciate nel 1996 e sarebbero continuate fino al 2017, anno in cui la donna decise di separarsi e di denunciare l’allora marito. Alla base di questo ennesimo caso di violenze domestiche ci sarebbe stata l’estrema gelosia di lui e anche le difficoltà economiche. Lei non lo aveva mai denunciato, sia per paura sia per cercare di tenere al riparo i tre figli. Nel 2017, però, ha detto Stragliati non ce l’ha più fatta e la donna è andata alla polizia. Sono partite le indagini e l’uomo è stato rinviato a giudizio. Non ci sono dubbi sui maltrattamenti, confermati da numerosi testimoni, ha sottolineato l’avvocato. Secondo l’avvocato Fermi, però, i maltrattamenti non si sarebbero verificati per 20 anni, ma lui avrebbe tenuto un comportamento aggressivo solo nell’ultimo periodo quando lei voleva separarsi. La tensione sarebbe, poi, salita anche a causa della difficoltà dell’uomo di trovare un lavoro. Per il 50enne, infine, con la condanna è decaduto anche il divieto di avvicinamento, misura che era stata chiesta dal pm durante le udienze e disposta dal giudice.

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