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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Cadeo / Via Roma

Tecnico piacentino rapito in Libia, ritrovata l'auto abbandonata: «C'è apprensione in tutta Cadeo»

La Farnesina ha confermato il rapimento di Marco Vallisa, tecnico 53enne di Cadeo specializzato nel settore costruzioni e che lavora in Libia. Rapiti insieme a lui anche due colleghi stranieri. Ritrovata abbandonata vicino a Tripoli la loro auto

La Farnesina ha confermato il rapimento in Libia dell'ingegnere piacentino Marco Vallisa e di suoi due colleghi: il macedone Emilio Gafuri e il bosniaco Petar Matic. I tre erano irrepreibili dalla mattina di sabato 5 luglio e il sequestro era stato confermato in precedenza anche da un funzionario del governo libico, citato dall'emittente satellitare al Arabiya. I tre lavorano per la ditta Piacentini Costruzioni di Modena. Il veicolo sul quale viaggiavano è stato ritrovato domenica 6 luglio a Zuwara, a ovest di Tripoli, abbandonato con le chiavi ancora infilate nel quadro del cruscotto.

Marco Vallisa, 53 anni, esperto in costruzioni e perforazioni, abita a Cadeo con la moglie Silvia Bolzoni, farmacista del paese e consigliere comunale di maggioranza, e i tre figli che frequentano le scuole elementari. 

Marco Bricconi, sindaco di Cadeo e amico intimo della famiglia Vallisa, è stato incaricato dalla famiglia di tenere i rapporti con la stampa su questa delicata vicenda: «Sono in costante contatto con la moglie di Vallisa - ha detto all’agenzia Ansa - Naturalmente c’è apprensione, non solo tra i congiunti ma in tutta Cadeo».

Marco Vallisa si trova in Libia da un paio di mesi, ma aveva già avuto esperienze di lavoro all'estero. Fino a qualche tempo fa era stato titolare della Edilpali, che tra l'altro nel 2009 aveva realizzato le fondamenta del ponte provvisorio sul Po, dopo il crollo di quello sulla via Emilia. Successivamente era andato a lavorare per la Piacentini di Modena. «Marco - ha spiegato il sindaco all’Ansa - è una persona molto capace, esperto in meccanica e opere di perforazione, ed è anche molto generoso nei rapporti umani». Vallisa ha anche una forte passione per la politica: nel 1995 si era candidato sindaco con la lista “Cadeo riparte” ed era poi entrato in consiglio nei banchi della minoranza, nel 2006 aveva appoggiato un altro candidato alla poltrona di primo cittadino.

Anche nella chiesa di Cadeo non si parla che di questa triste vicenda. «Per la famiglia di Marco la parrocchia è come una seconda casa - ha detto il parroco don Umberto Ciullo - Potete immaginare come ci sentiamo». «Non possiamo negare che oggi ci opprima il pensiero del nostro concittadino Marco, che è in Libia. Il pensiero alla sua situazione è un'oppressione - ha detto il parroco durante l’omelia della messa domenicale - Diciamo al Signore: Abbiamo bisogno di ristoro, abbiamo bisogno che tu lo protegga».

Sulla vicenda, la vicepresidente vicario del gruppo Pd alla Camera dei Deputati Paola De Micheli ha contattato il Ministro degli Esteri Federica Mogherini.  «Il Ministro mi ha assicurato che sta seguendo personalmente la situazione - afferma la De Micheli - e mi ha garantito il massimo impegno delle nostre autorità per riportare in libertà l'ingegnere piacentino. La Farnesina ha attivato tutti i canali disponibili per ottenere la liberazione del nostro connazionale». 
«Ho chiamato anche il sindaco di Cadeo Marco Bricconi - aggiunge la De Micheli - per informarlo del contatto con il Ministro e manifestare la mia personale vicinanza alla famiglia Vallisa».

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