«Mi ha violentato mentre ero ubriaca», ma non ci sono prove e i giudici assolvono un 47enne
Era stato accusato di aver abusato di una ragazza ubriaca in una via vicino a una discoteca. Un'accusa che gli era costata una denuncia per violenza sessuale. Oggi, 12 maggio, a poco più di un anno dai fatti, l'uomo è stato accolto
Era stato accusato di aver abusato di una ragazza ubriaca in una via vicino a una discoteca. Un'accusa che gli era costata una denuncia per violenza sessuale. Oggi, 12 maggio, a poco più di un anno dai fatti, l'uomo è stato accolto dal collegio di giudici presieduto da Italo Ghitti, a latere Maurizio Boselli e Gianandrea Bussi. Una vicenda confusa e poco chiara che aveva portato il pm Emilio Pisante, al termine del dibattimento a chiedere lui stesso l'assoluzione. Per il difensore dell'imputato, un 47enne piacentino, l'avvocato Matteo Dameli, non è mai esistita la prova che quella ragazza, una 35enne, fosse stata oggetto delle morbose attenzioni dell'uomo. La ragazza, dopo i fatti, si era costituita parte civile con l'avvocato Gianmarco Lupi.
La vicenda avvenne di sera tardi, nel febbraio del 2014. La madre e la ragazza erano in compagnia di un loro conoscente. Dopo una cena decisero di andare in una discoteca cittadina. La 35enne, però, bevve qualche bicchiere di troppo e perse il controllo e il ricordo. Secondo il suo racconto, l'uomo si era offerta di accompagnarla, ma giunti vicino all'auto cominciò a palpeggiarla. Lei non riuscì a difendersi, perché in preda all'alcol. La madre, nel frattempo, era rimasta in discoteca. A quel punto, il 47enne si fece dare l'indirizzo e accompagnò a casa la giovane. Ma lei lo accusò e chiamò i carabinieri che denunciarono l'uomo.
Durante il processo, la ragazza è stata sentita ma ha spesso detto di non ricordare cosa fosse accaduto. E così, senza la presenza di alcuna prova, il 47enne ha tirato un sospiro di sollievo sentendo il giudice pronunciare la parola assoluzione perché il fatto non sussiste.