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Cronaca

Dieci anni fa la tragica morte di Daniele Paladini: «Era una persona straordinaria»

Il 24 novembre 2007 il primo maresciallo del Genio Pontieri, Daniele Paladini, moriva in un attentato kamikaze nei pressi di Kabul, in Afganistan, durante l'inaugurazione di un ponte. Un ponte porta il suo nome. E il compagno di stanza: «Abbiamo condiviso tutto»

Il 24 novembre 2007 il primo maresciallo del Genio Pontieri, Daniele Paladini, moriva in un attentato kamikaze nei pressi di Kabul, in Afghanistan, durante l'inaugurazione di un ponte. Nell'attacco, morirono nove persone, sei bambini. Paladini, 35enne aveva lasciato una moglie e una figlia oggi 16enne. Dal 2012 il nuovo ponte sul Trebbia porta il suo nome. La sua morte aveva creato un forte sgomento a Piacenza. 

«Era una persona straordinaria con la quale ho avuto la fortuna di condividere un'esperienza importante sia sul piano umano sia su quello professionale. Eravamo in stanza insieme e ogni giorno condividevamo tutto. Quel giorno dovevo essere con lui, poi all'ultimo momento mi hanno destinato ad un altro compito», ha ricordato il luogotenente Antonio Sanasi nel giorno del decimo anniversario della tragica morte del militare. 

Paladini era in missione in Afghanistan con il secondo reggimento Pontieri di Piacenza. Il 24 novembre 2007 nella Valle di Pegman toccava ai militari italiani garantire la sicurezza dell'inaugurazione di un ponte. C'erano molte persone e doveva essere un giorno di festa (si legge sui giornali dell'epoca ndr), quando un uomo con un atteggiamento sospetto è stato visto dirigersi verso il luogo della cerimonia. Paladini e gli altri lo hanno bloccato, e lui si è fatto esplodere gli oltre venti chili di tritolo che portava addosso.

«E' stata l'immediata reazione dei militari italiani preposti alla cornice di sicurezza - ha spiegato all'epoca - il comando del contingente Italfor XVI con sede a Kabul - che ha consentito l'individuazione dell'attentatore ed il suo parziale isolamento, riducendo così sensibilmente il bilancio dell'attentato» si legge nell'articolo del 24 novembre di Repubblica.it.  Le condizioni di Paladini erano apparse subito disperate, ed è deceduto poco dopo l'attacco. 

La salma del maresciallo capo poi diventato primo, era arrivata in Italia e poi i funerali si erano svolti a Novi Ligure il 27 novembre. "Si piange ancora un figlio caduto nel compimento generoso del proprio dovere", era scritto in un messaggio dell'allora papa Benedetto XVI inviati dal cardinale Tarcisio Bertone. Nell'omelia, invece, si legge nell'articolo dell'epoca di Repubblica.it, il vescovo di Tortona aveva sottolineato "l'alto valore umanitario della missione di pace dei nostri soldati": "E' morto - aveva detto monsigno rincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia - un uomo coraggioso e generoso che ha dato la sua vita umile al servizio di chi è meno fortunato". Oggi alla caserma del Genio Pontieri si è svolta la cerimonia di commemorazione e la santa messa alla presenza della sua famiglia. 

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