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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Morte del piccolo Luca: «Nessuna morale o insegnamento, solo la paura che possa accadere ancora»

IL COMMENTO di Luca Chiodaroli - «Spero che la nostra città (e chiunque ne abbia l’occasione) si stringa forte a questa famiglia e soprattutto al padre Andrea, a cui è indubbiamente capitata la peggior disgrazia che possa capitare»

L’incredibile ed assurda disgrazia che ha colpito martedì scorso Andrea Albanese, la sua consorte ed i familiari tutti ha sconvolto la nostra città e non solo, dato che la notizia ha avuto evidentemente grande esposizione anche sui principali media nazionali.

Molti si interrogano su come sia stato possibile che questo funesto evento sia potuto accadere: anche la magistratura ha inevitabilmente aperto un’inchiesta nei confronti del padre del piccolo Luca per omicidio colposo.

In diversi commenti postati sui social network è possibile identificare lo stress che la vita moderna ci impone come una delle possibili cause: molti quindi si immaginano il padre del bambino correre di corsa al lavoro, concentrato sulle mille cose da fare, riunioni, presentazioni, conference call, mentre a casa lo immaginano alle prese col mutuo da pagare, con l’assicurazione della macchina, le spese condominiali, quella bolletta sempre più cara, la rata dell’asilo e chissà quante altre, tanto da dimenticarsi l’adorato figlioletto legato al seggiolino dell’auto.

Altri invece puntano il dito colpevolisti contro quest’uomo di 39 anni: impossibile ed ingiustificabile dimenticare il proprio figlio in quella maniera oppure addirittura contro le maestre d’asilo: perché non hanno chiamato a casa per verificare come mai il bambino non fosse arrivato a destinazione? Altri chiamano in causa la sfortuna, che ha fatto accadere l’evento forse nella prima vera giornata di sole dopo mesi di piogge e clima non certo mediterraneo e pensano anche al luogo in cui l’auto è stata parcheggiata, lontano da luoghi di passaggio e col seggiolino del piccolo Luca rivolto verso la recinzione che circonda l’azienda Copra e non verso la zona di passaggio. Altri ancora auspicano nuovi ritrovati tecnologici, come sensori in grado di rilevare la presenza a bordo dell’autovettura di un essere vivente e successivamente inviare SMS di notifica al titolare dell’auto ed ai mezzi di soccorso.

Chi è sostenuto dalla fede, riesce a vedere anche in questa disgrazia un percorso disegnato dal Signore, anche se disegnato su di un tracciato difficilmente comprensibile mentre viviamo la nostra vita terrena.

Gli studiosi provano ad evidenziare le bizzarrie della mente umana: a detta di tutti quel bambino era la cosa più importante per il padre Andrea, eppure ciò non è bastato ad impedire che lo dimenticasse all’interno dell’auto.

Io soprattutto vedo la paura, la mia, ma di noi tutti penso, che una cosa del genere possa capitare di nuovo e soprattutto possa capitare a noi. E mi immagino quel senso di ineluttabilità che starà opprimendo i due poveri genitori di Luca: ciò che è stato che non si può più cambiare. Non si può davvero tornare indietro.

Spero che la nostra città (e chiunque ne abbia l’occasione) si stringa forte a questa famiglia e soprattutto al padre Andrea, a cui è indubbiamente capitata la peggior disgrazia che possa capitare: anni di sacrifici per studiare, per ottenere un titolo di studio ed infine guadagnare un posto di lavoro, che sia la base per costruire una famiglia. Trovare la donna “giusta”, decidere di fare un figlio, riceverlo in dono, crescerlo, accudirlo, amarlo più di ogni cosa. E poi, in un solo momento, tutto che quello che la vita gli ha dato, glielo ha tolto. E purtroppo lui sembra esserne l’unico vero responsabile.

Non penso che si possa trovare una morale, oppure trarre degli insegnamenti da questa incredibile vicenda: immagino solo un grande dolore e vedo delle vite distrutte. Mi rendo conto davvero quanto belle siano le cose che ho ricevuto in dono e quelle che ho guadagnato col sudore della mia fronte. Non vale davvero la pena buttarle via, anche perché potrebbero esserci portate via comunque.

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