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Cronaca Monticelli d'Ongina / Via Roma

'ndrangheta, 3 arresti a Monticelli: «Peccato, volevo andare a votare alle elezioni»

Con le sentenze della Corte di Cassazione si è conclusa l'ultima parte giudiziaria della maxi operazione "Grande Drago" del 2002: all'alba gli arresti tra Monticelli, Cremona e Crotone

E’ stata finalmente scritta la parola fine alla maxi indagine “Grande Drago” condotta tra il 2001 e il 2002 dai carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza, e che all’epoca portò a decine di arresti tra Piacenza e Cremona per infiltrazioni mafiose della ‘ndrangheta. Infatti all’alba del 24 maggio sono state eseguite le ordinanze di carcerazione emesse dal tribunale di Bologna per cinque tra i maggiori protagonisti di quell’indagine, la cui posizione ora è stata definitivamente “congelata” dalla Corte di Cassazione.

Francesco Lamanna, 53 anni di Cutro e residente Cremona, è stato condannato a 8 mesi; Antonio Villirillo, 57 anni di Cutro e residente a Monticelli, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione; Gennaro Pascale, 55 anni di Cutro e residente a Monticelli, è stato condannato a 3 anni e un mese; Gianluca Amato, 41enne di Villarosa (Enna) e residente Monticelli, è stato condannato a 2 anni di reclusione; Alfonso Mesoraca, 48enne di Cutro e residente a Monticelli, è stato condannato a 3 anni e 2mesi di reclusione. Gli arrestati sono ora in carcere tra Piacenza, Cremona e Crotone.

Si tratta - come detto - della conclusione della storica operazione “Grande Drago” che risale al novembre del 2002 e che aveva disarticolato un’associazione a delinquere di stampo mafioso, con particolare riferimento alla “ndrangheta” calabrese  (cosca Grande Aracri di Cutro), responsabili di estorsioni, detenzione porto illegale armi comuni da sparo e da guerra, detenzione e vendita stupefacenti. 

«Fu la prima operazione coordinata dalla Dda di Bologna - spiegano il colonnello dei carabinieri Luca Pietranera, comandante del Reparto operativo di Piacenza, e il Capitano Massimo Barbaglia del Nucleo investigativo - che dimostrò le infiltrazioni delle cosche nell’Emilia. Questi provvedimenti confermano i nostri spunti investigativi nati nei primi anni Duemila. La “Grande Drago” fu una delle prime attività in Emilia a comprovare un’infiltrazione pericolosa e agguerrita della ‘ndrangheta che riproduceva qui al nord le dinamiche tipiche di questo sodalizio».

Gli arrestati sono stati raggiunti all’alba dai carabinieri nelle loro abitazioni, come conferma il luogotenente Giuseppe Cocciolo dei carabinieri di Fiorenzuola: «Temevamo che qualcuno di loro, venendo a sapere delle condanne definitive, sarebbe potuto scappare durante il fine settimana, quindi abbiamo deciso di organizzare subito gli arresti. Uno lo abbiamo trovato in un castello della provincia dove era ospite di un’amica. Un altro invece si è detto dispiaciuto di essere arrestato di sabato perché avrebbe voluto andare a votare per le elezioni».

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