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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Nel 2020 un nato ogni 3 avrà cittadinanza straniera, e sarà straniero un quarto degli under 40

I dati del rapporto "Una Regione diversa": la popolazione dell’Emilia-Romagna ha ricominciato a crescere. Sono oltre 4,4 milioni i residenti nel 2013, di cui 547 mila (oltre il 12,4%) di cittadinanza non italiana. La previsione al 2020 è di un’ulteriore crescita di quasi 200 mila persone, arrivando a circa 800 mila residenti con cittadinanza straniera

La popolazione dell’Emilia-Romagna ha ricominciato a crescere: sono oltre 4,4 milioni i residenti nel 2013, di cui 547 mila (oltre il 12,4%) di cittadinanza non italiana. La previsione al 2020 è di un’ulteriore crescita di quasi 200 mila persone, arrivando a circa 800 mila residenti con cittadinanza straniera. La crescita demografica trainata dall’aumento della popolazione straniera crescerà almeno fino al 2020. Con una differenza, però. La crescita non sarà sostenuta da flussi migratori dall’estero, ma dal numero di nati stranieri in Emilia-Romagna. Il saldo naturale degli stranieri (il numero di nati in regione con cittadinanza straniera meno il numero di stranieri morti in regione) continuerà ad aumentare: considerando 100 il valore del 2003, si è passati a 225 nel 2013 e nel 2020 supererà 250.

Questi alcuni dati che emergono dal rapporto “Una Regione diversa”, realizzato nell’ambito del progetto Making migration work for development (MMWD), di cui la Regione Emilia-Romagna è capofila e i cui risultati sono stati presentati  in Regione.

Nei prossimi 6 anni, oltre un quarto della popolazione italiana avrà più di 65 anni, mentre oltre un quarto degli under 40 avrà una cittadinanza straniera. Dal rapporto emerge che nel 2020 un nato ogni 3 avrà entrambi i genitori stranieri e che complessivamente il 40% dei nuovi nati avrà almeno un genitore straniero. 

Tra i giovani a soffrire di più sono gli stranieri: oltre un giovane su 5 è privo di occupazione, anche quando la cerca attivamente. E non sono previsti miglioramenti al 2020. Gli ostacoli di accesso e di collocazione sul mercato del lavoro sono maggiori e i livelli di istruzione sono più bassi, con tassi molto più alti di abbandono precoce. 

“I risultati di questo progetto sono importanti, anche se drammatici per chi ha la responsabilità delle decisioni – ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi – e ci dicono che bisogna fare politiche per i giovani perché nessuno di loro sia lasciato indietro e che dobbiamo smettere di pensare all’immigrazione in modo ideologico. Siamo già da tempo una comunità multiculturale, ora servono politiche multiculturali orientate e ben definite per fare sviluppo”.

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Nel grafico l’andamento nella provincia di Piacenza

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