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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

«Nel mio bar niente slot machines, i soldi vanno guadagnati con il lavoro»

Al Senato bocciata l'apertura di nuove sale gioco per un anno. Gianluca Cattaneo, titolare del bar Centrale non accetta le macchinette: si rubano soldi a persone deboli, che mettono in crisi la famiglia e che si ammalano. E poi, il commerciante non ci guadagna, si arricchisce solo lo Stato

“Non accetto le macchinette per il gioco d’azzardo nel mio bar perché ritengo che i soldi vadano guadagnati con il saper fare, con le idee, con le capacità e con i prodotti”. Gianluca Cattaneo, proprietario del bar Centrale, è deciso sulla propria posizione e gioisce di ciò che è accaduto ieri al Senato. A convincerlo ancor di più è stata la bocciatura di ieri, al Senato, di coloro che non volevano una moratoria di un anno sull’apertura di nuove sale per le slot machines. Un emendamento della Lega, votato dalla maggioranza dei senatori, ha così battuto il governo portando alle dimissione il sottosegretario Alberto Giorgetti (Lega) rimetterà il proprio mandato: aveva votato a favore per non far perdere allo Stato sei miliardi di introiti (e come lui molti del Pd). Insomma, in Italia per un anno non ci saranno nuove aperture di sale gioco.

Cattaneo spiega il processo che, secondo lui, sta dietro il business delle macchinette: “Un cittadino è libero di scegliere in quale bar andare in base ai prezzi, al servizio, ai prodotti. Con le slot, invece, non c’è concorrenza. Si tratta di un “cartello” gestito dallo Stato dove il risultato è sempre quello che il banco vince, cioè lo Stato”.

IMG_4915-2Cattaneo, oltre l’aspetto commerciale, ricorda anche i costi sociali del gioco d’azzardo che hanno portato sul lastrico e alla malattia molte persone, un problema che sta emergendo con forza e che ha mobilitato le Asl in aiuto di è vittime di atteggiamenti compulsivi e ossessivi. “A livello di gestione – afferma – è brutto vedere certe persone che si rovinano a quelle macchinette e poi dà fastidio vedere chi si accanisce a giocare, perché non si tratta id un gioco leale. Con lo Stato non si gioca alla pari”. Purtroppo, la riflessione di Cattaneo è anche legata alla crisi: “Molti bar senza le slot si troverebbero in seria difficoltà e sarebbe costretti alla chiusura”.

C’è poi un piano morale, ricorda il titolare del bar Centrale: “Non voglio rubare soldi a gente semplice e povera, che magari butta via una pensione o uno stipendio facendo piangere la famiglia. Ma anche qui, c’è un ragionamento economico. Se uno gioca venti euro alla slot, io guadagno molto poco perché le percentuali sono basse. Non vendo, cioè, i prodotti del bar. In questo modo si blocca il circuito economico, perché l’azienda produttrice ne risente, così come il trasportatore e il commerciante”.

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