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Cronaca

Direttiva nitrati, Confagricoltura: «Bruxelles più possibilista della Freda»

«Siamo basiti di fronte alle parole dell'Assessore Freda. Gli agricoltori non immettono nitrati nell'acqua, ma apportano sostanza organica ai terreni. Ammazzare le imprese non migliorerà l'ambiente»

"Siamo basiti di fronte alle parole dell’Assessore Freda. Gli agricoltori non immettono nitrati nell’acqua, ma apportano sostanza organica ai terreni. Se non inizia a passare il concetto che l’attività agricola determina un’azione positiva e si pensa che l’attività zootecnica sia solo una fonte d’inquinamento si perseguirà l’unico risultato di ammazzare le imprese senza migliorare l’ambiente". Questo è il duro commento di Enrico Chiesa Presidente di Confagricoltura Piacenza alle dichiarazioni dell’Assessore all’Ambiente della Regione Emilia Romagna e alla decisione del medesimo Assessorato il quale ha disconosciuto la norma del cosiddetto Decreto Sviluppo, approvato lo scorso mese di dicembre, che ha stabilito la revisione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, parificando quelle attuali, nelle more della loro definizione, a quelle non vulnerabili. Il decreto concede alle Regioni novanta giorni di tempo per delineare le nuove zone vulnerabili e, se ciò non avverrà  entro un anno dalla data della sua approvazione, l'esecutivo agirà  in via sostitutiva. "Quando, ormai un anno fa, ci siamo recati a Bruxelles – ricorda Chiesa – per un confronto con i pull di tecnici che lavorano alle normative del settore, abbiamo riscontrato apertura e disponibilità nei confronti della nostra azione sindacale che ribadisce, oggi come allora, che le delimitazioni sono eccessive e chiede una definizione più razionale delle arre vulnerabili ai nitrati. La norma europea, inoltre, chiede che vengano individuate queste aree, ma non si occupa di delimitarle a livello locale. La sospensiva del Decreto Sviluppo è tesa ad una più efficace delimitazione delle aree, non all’elusione della direttiva. In sede comunitaria, durante i nostri colloqui, è emersa la disponibilità a rivedere il quadro di queste aree qualora le norme applicate a livello locale fossero risultate non equilibrate e di eccessiva pesantezza per il comparto". Nel maggio 2011 è stato raggiunto un accordo sotto l'egida dei Ministeri dell'Agricoltura e dell'Ambiente e delle Regioni del bacino padano, con l'obiettivo di adeguare le delimitazioni delle zone vulnerabili alla realtà  attuale e di considerare anche le altre fonti di apporto di sostanze azotate, tra le quali gli scarichi civili e quelli industriali. L'accordo ha trovato, per l'appunto, attuazione con il Decreto Sviluppo approvato nelle scorse settimane, ma con nota inviata alle Province giovedì scorso l'Assessorato all'Ambiente della Regione Emilia Romagna ha invitato a non tener conto della norma contenuta nel Decreto Sviluppo, giudicandola in contrasto con la normativa europea e prescindendo dunque da ogni necessaria analisi da svolgersi congiuntamente ad altri Assessorati. Confagricoltura Piacenza condanna fermamente tale modo di operare giudicandolo incomprensibile e sollecita una presa di posizione del Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani che tenga conto delle esigenze del mondo produttivo, almeno di quello che è sopravvissuto alle continue angherie delle quali quest'ultima è solo, si fa per dire, l'ennesima dimostrazione.

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