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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Castel San Giovanni

Trovati con la coca: giovani nomadi scappano dai servizi sociali

I carabinieri hanno trovato due ragazzini nomadi addormentati in un'auto a Castelsangiovanni, nell'abitacolo hanno rinvenuto arnesi da scasso, cocaina e contanti. I due, affidati ai servizi sociali, sono riusciti a scappare

Una brutta storia di degrado, delinquenza e di abbandono di minori. I carabinieri del radiomobile hanno trovato due ragazzini bosniaci di 11 e 15 anni addormentati in un'auto, una Golf, nel parcheggio del Centro commerciale Il Castello nella notte di lunedì 5 novembre. I militari stavano eseguendo dei controlli dopo la spaccata a San Nicolò, dove una pellicceria era stata ripulita dai ladri. In auto, i carabinieri hanno trovato diversi arnesi da scasso, una bicicletta nuova, 500 euro e 3 grammi di cocaina nascosti nel posacenere e già divisi in bustine.

Si tratta di un ragazzo e una ragazza, di origini bosniache, residenti in un campo nomadi di Chieri (Torino). I due sono stati portati in caserma e hanno detto di essere stati portati nel Piacentino dalla nonna che li avrebbe lasciati a Castello da soli per poi tornare a Chieri in treno. In realtà, i due potrebbero essere stati portati in zona per compiere una serie di razzie. Infine, affidati ai servizi sociali del Comune di Piacenza, i due sono riusciti a scappare.

In caserma, i ragazzini sono stati identificati: l’11enne si è così scoperto che aveva sulle spalle 13 segnalazioni (con alias) da parte delle forze dell’ordine, mentre la ragazzina, l’unica imputabile, è stata denunciata alla procura dei minori di Bologna per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, porto di arnesi da scasso e ricettazione. Atteggiamento da bullo, una sigaretta dopo l’altra, il giovanissimo ha anche sfidato i carabinieri dicendo loro che se avesse voluto sarebbe scappato scavalcando la cancellata. Un chiaro segnale del bisogno di attenzione, anche se camuffato con modi da “duro”. Profilo basso, invece, per la ragazza, con probabilità la più esperta a gestire queste situazioni.

E’ chiaro, però, che la croce non va gettata addosso a questi due poveri ragazzini cresciuti in un ambiente che li ha educati solo a essere una “fonte di reddito” per la famiglia: rubando. Nessuna pietà, nemmeno di fronte a una richiesta di aiuto. I due piccoli Rom hanno più volte telefonato a parenti e amici, ma nessuno di questi ha acconsentito di raggiungerli in caserma. Anzi, se ne sono ben guardati temendo magari guai per loro stessi.

E sono proprio queste famiglie che, invece, andrebbero colpite con durezza, famiglie che hanno tolto ai due ragazzini la possibilità di una vita “normale”, andando a scuola, facendo ciò che fanno gli adolescenti alla loro età. Invece, sotto l’ombrello del rispetto della “diversità”, di certa “cultura nomade”, della “libertà”, del rispetto male interpretato per “l’altro” ecco che due innocenti sono sprofondati in un abisso da cui, forse, non riemergeranno mai. Ma le responsabilità vanno ricercate anche in quelle amministrazioni comunali, in quelle istituzioni scolastiche, che dovrebbero verificare come mai un ragazzino di 11 anni non frequenta la scuola dell’obbligo, e così anche la 15enne.

Al termine delle indagini, i carabinieri li hanno quindi affidati ai servizi sociali, ma sono riusciti a scappare quando la macchina degli assistenti sociali si è fermata ad un semaforo vicino a viale Beverora: i due hanno aperto le portiere e se la sono data a gambe facendo perdere le loro tracce.

 

 

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