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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cheope / Piazzale Genova

«Non suicidatevi, ribellatevi», il movimento del 9 dicembre incontra Dosi in piazza Cavalli

Corteo in centro del movimento che dal 9 dicembre è accampato in piazzale Genova per protestare contro il Governo e la situazione italiana attuale che "ha portato tutti alla fame e alla disperazione". Hanno cantato l'inno di Mameli e hanno incontrato il sindaco Dosi in piazza: «Avete ragione. Cerchiamo di fare il massimo»

Da lunedì 9 dicembre, giorno in cui è esplosa la protesta del cosiddetto movimento dei Forconi in tutta Italia, mangiano, vivono e dormono in una tenda in piazzale Genova accanto al liceo Respighi. Sono le persone che si sono organizzate per protestare contro il Governo e la situazione italiana attuale che "ha portato tutti alla fame e alla disperazione. I politici ci hanno abbandonato e navigano nell'oro fregandosene dei loro cittadini" dicono.

IL MOVIMENTO DEL 9 DICEMBRE CANTA L'INNO DI MAMELI IN PIAZZA CAVALLI - IL VIDEO

In un paio di giorni hanno organizzato un corteo che, oggi, 13 dicembre, ha attraversato il centro per arrivare in piazza Cavalli. In testa al corteo una bara con un mazzo di rose rosse e una croce per inscenare un funerale, quello dello Stato e della politica, colpevoli di aver tradito chi per anni ha pagato le tasse e mandato avanti il paese.

Erano più 200 senza nessuna bandiera, ma solo con tanta rabbia: «Siamo cittadini traditi da chi ci dovrebbe invece sostenere e tutelarci. Ci hanno affamato con le tasse, con la burocrazia, con contratti che sono più che altro ricatti, con pensioni da fame. Gli imprenditori non riescono a pagare i dipendenti, i quali a loro volta non riescono ad arrivare a fine mese e provvedere ai propri figli». Ringraziano le forze dell'ordine per essere stati con loro e per averli ascoltati e scortati.

Li vogliono tutti a casa, i politici, e cantano l'inno di Mameli per ribadire che in Italia vogliono rimanere, vogliono rimanere nel loro paese ma non per essere strozzati in un sistema di tasse e precariato ma per volere giustizia e diritti negati. Ci sono giovani con contratti a progetto, pensionati che prendono 500 euro al mese, cassintegrati, disoccupati, tutti uniti da un unico obbiettivo: chiedono solo giustizia e non si fermeranno. Presenti anche una parte di ultras del Piacenza che con due striscioni hanno condiviso le motivazioni della protesta.

Arrivati in piazza Cavalli hanno posato la bara e la croce di fronte al municipio e hanno chiamato a gran voce il sindaco. Dosi, dopo mezz'ora è sceso e li ha incontrati: «Avete ragione, noi e i nostri servizi sociali abbiamo a che fare con persone che ci vengono a chiedere aiuto perché non ce la fanno più. Cerchiamo di fare il possibile e continueremo a farlo. Purtroppo le Amministrazioni Comunali sono state penalizzate da certe scelte e decisioni venute dall'alto che hanno svuotato le casse del Comune e per questo motivo siamo sempre più in difficoltà, ma non per questo smetteremo di lottare».

Qualche passante si è unito al corteo, altri hanno tirato dritto e c'è, nel movimento (e non solo) qualcuno che pensa che a Piacenza si sta ancora troppo bene. Ma che questa situazione di benessere, magari solo apparente, è destinata prima o poi a degenerare.

Il movimento del 9 dicembre in corteo ©Gatti/IlPiacenza


 

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