Omicidio Casella: il figlio si è reso conto del delitto. “Che cosa ho fatto?”
Interrogato dal gip, il 36enne Adriano resta in carcere. L'avvocato De Biasi: "Si è pentito. Ho chiesto gli arresti domiciliari". All'uomo sequestrata l'auto e presto su di essa faranno i rilievi i carabinieri del Ris
“Che cosa ho fatto?”. Con queste parole Adriano Casella, 36 anni, si è subito reso conto della gravità di ciò che era appena accaduto. L’uomo, accusato di aver ucciso con premeditazione il padre Francesco, di 78 anni, ha ripetuto la propria versione dei fatti questa mattina, in carcere, al giudice per le indagini preliminari, Gianandrea Bussi. Il giudice ha convalidato l’arresto dei carabinieri e disposto la custodia cautelare. “Ha risposto a tutte le domande - ha affermato il legale dell’uomo, l’avvocato Zaira De Biasi (nella foto in basso) – fornendo anche alcune precisazioni rispetto a quanto detto al pm in precedenza. Si è pentito ed era sconfortato. Al termine, ho chiesto la concessione degli arresti domiciliari, ma il giudice ha deciso diversamente”. E così, dopo due ore di interrogatorio, l’uomo accusato di aver ammazzato il padre e di averne occultato il cadavere rimarrà in cella alle Novate.
Proseguono, intanto, le indagini coordinate dal sostituto procuratore Ornella Chicca. L’auto di Adriano Casella è stata posta sotto sequestro e su di essa svolgeranno i rilievi i carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma. Ma l’inchiesta è tutt’altro che conclusa. Oggi si è anche svolta l’autopsia che dovrà dare risposta a diversi quesiti, a cominciare dal giorno e dall’ora della morte, fino alla modalità dell’uccisione. Il cadavere trovato nei boschi di San Michele di Morfasso era in stato di decomposizione e per poter ottenere alcune informazioni, il pm Chicca ha chiesto anche un esame scientifico a un entomologo: in base al tipo di larve presenti nel corpo si dovrebbe risalire con buona certezza al giorno del decesso. Francesco Casella mancava da casa dal 9 luglio. Il figlio Andrea ne aveva anche denunciato al scomparsa e non si sa se lo abbia fatto prima o dopo la morte del genitore. Ma Adriano non avrebbe fatto tutto da solo. La procura, infatti, ha acceso i riflettori su due persone che potrebbero aver spinto il 36enne a uccidere l’anziano padre.