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Cronaca

Omicidio di Damia, grazie alla riforma il marito potrebbe non ottenere il rito abbreviato

Il caso dell'omicidio di Damia El Assali potrebbe essere il primo a Piacenza a subire le conseguenze della riforma del codice penale che, con l'approvazione anche del Parlamento, sancisce inapplicabilità del giudizio abbreviato e delle conseguenti riduzioni di pena, ai delitti puniti con l'ergastolo

Il caso dell'omicidio di Damia El Assali potrebbe essere il primo a Piacenza a subire le conseguenze della riforma del Codice Penale che, con l'approvazione anche del Parlamento, sancisce inapplicabilità del giudizio abbreviato e delle conseguenti riduzioni di pena, ai delitti puniti con l'ergastolo. La proposta di legge era stata fatta dalla Lega ed diventata legge il 12 aprile attraverso la modifica degli articoli 429, 438, 441-bis e 442 del codice di procedura penale. La riforma si applica ai soli fatti commessi successivamente al 20 aprile 2019, data di entrata in vigore della legge, pertanto Abdelkrim Foukahi, difeso dagli avvocati Matilde Pasquon (foro di Venezia) e da Roberto Ferroni (foro di Piacenza) e accusato di omicidio volontario aggravato, potrebbe non avvalersi appunto del rito alternativo che prevede lo sconto di un terzo della pena. L'uomo durante l'interrogatorio di garanzia del gip di Venezia si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha pianto e chiesto dei due figli piccoli. Il giudice ha convalidato il fermo e lo straniero rimane in carcere. Foukahi era scappato con i due figli piccoli ma in serata era stato bloccato dalla polizia stradale in un autogrill di Calstorta, sull'A4, in provincia di Treviso. Sua moglie, la 45enne Damia amata da tutti e gran lavoratrice (il marito non lavorava e ha alcuni precedenti penali per rapina), l'avevano trovata cadavere i carabinieri di Borgonovo, guidati dal maresciallo Cosimo Scialpi e dai vigili del fuoco di Castelsangiovanni. Sgozzata e riversa in cucina, l'arma, un coltello da cucina, poco distante dal corpo della donna. Ora la procura di Venezia manderà gli atti a quella di Piacenza, e il pm titolare delle indagini, Emilio Pisante chiederà di nuovo al gip la convalida del fermo.

LA RIFORMA DEL CODICE PENALE -  Non ammette il giudizio abbreviato per delitti per i quali la legge prevede la pena dell'ergastolo. Si tratta, ad esempio, dei delitti di devastazione, saccheggio e strage, strage, omicidio aggravato, nonché delle ipotesi aggravate di sequestro di persona. Prevede che la richiesta di rito abbreviato per uno di tali delitti debba essere dichiarata inammissibile dal giudice dell'udienza preliminare. Consente all'imputato di rinnovare la richiesta fino a che non siano formulate le conclusioni nel corso dell'udienza preliminare. Prevede che se, alla fine del dibattimento, il giudice riconosce che per il fatto accertato era possibile il rito abbreviato, egli debba comunque applicare al condannato la riduzione di pena prevista dal rito abbreviato (diminuzione di un terzo della pena). La legge prevede, inoltre, che quando si procede per un delitto non punito con l'ergastolo, e si applica il rito abbreviato, sia sempre possibile tornare al procedimento penale ordinario se il quadro accusatorio si aggrava e il pubblico ministero contesta un delitto punito con l'ergastolo. Di contro, se l'originaria imputazione per delitto punito con l'ergastolo viene derubricata alla fine dell'udienza preliminare, l'imputato sarà avvertito della possibilità di richiedere il rito abbreviato.

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